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Enzo Basso e la “Bancarotta” della Giustizia

Sono stati acquisiti dalla Ide, Italic Digital Editions, editore digitale romano, i diritti di  co-edizione di “Bancarotta”, il libro di Enzo Basso, 160 pagine, 10 euro, che ha bruciato in pochi giorni la prima tiratura  nelle edicole ed è già in ristampa per la seconda edizione.

Il libro, disponibile sul formato Kindle al costo di 4,99 euro, si può richiedere per il formato cartaceo, oltre che sulla piattaforma Amazon, su tutti i principali store di libri. L’acquisto del libro da parte degli insegnanti si può effettuare con il Bonus Cultura o anche con il Bonus carta del docente.

Bancarotta è la storia-verità del giornalista che ha fondato il settimanale di inchiesta Centonove, chiuso per ordine della magistratura di Messina dopo venticinque anni di ininterrotte pubblicazioni.

Enzo Basso rompe un silenzio lungo tre anni, da quando il trenta ottobre 2017 è stato arrestato e posto per sei mesi agli arresti domiciliari con divieto di uscita sul balcone di casa e svela nel libro i retroscena dell’inchiesta che lo ha riguardato che ha determinato la chiusura del settimanale prima, in aperta violazione dell’articolo 21 della Costituzione e della start up innovativa 109Press, azienda in regime speciale iscritta nell’apposito elenco delle Camera di commercio di Messina, che con un flusso di ventottomila euro al mese è stata affittata dall’amministratore giudiziario, in spregio alla legge, senza nessuna evidenza pubblica a sole mille euro.

Risultato: la società è stata dichiarata fallita su richiesta degli stessi soggetti che l’avevano prima preso in affitto con una impresa senza nessun autorizzazione a operare nel settore delle rassegne stampa. E’ bancarotta della giustizia, spiega Basso. Che elenca ben centonove reati consumati contro di lui e l’impresa che aveva fondato, prima di essere ancora giudicato dal suo giudice naturale: la Corte che dovrebbe occuparsi del caso è stata sostituita sei volte e sul Pm che ha aperto l’indagine pesa una indagine della Procura di Reggio Calabria per essere venuto meno all’obbligo di astensione.

Un racconto a tappe, a cavallo di ventisette capi di imputazione, la cui verità, nel racconto di Basso, si capovolge e presenta un diritto e un rovescio della malagiustizia. Interrogatori senza l’ausilio dell’avvocato, firme false, poste di bilancio inesistenti, indicati nell’ordinanza di arresto, farcita da accuse che da dimostrare ora in giudizio.

“Non voglio che a nessuno accada quello che è successo a me” spiega Enzo Basso.  “Ho scritto questo libro perché i lettori traumatizzati dalla improvvisa chiusura del giornale è giusto sapessero che cosa ci sia dietro e che nessun giornale ha spiegato…”

La chiave di lettura, in due casi ancora aperti nella cronaca: il viluppo di complicità che ancora oggi soffocano Messina e la Sicilia, il Caso Messina e il Caso Montante…

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Redazione
Tags: bancarottaCENTONOVE