La città di Catania sarà protagonista, venerdì 23 e sabato 24 settembre, di una delle prove sul campo previste dal progetto europeo di resilienza alle calamità naturali “Resiloc”. L’evento, promosso dall’Amministrazione comunale in collaborazione con la Protezione Civile e la società Ies Solutions (coordinatore scientifico e tecnico del progetto), sarà ospitato nei locali del Castello Ursino e di Palazzo degli Elefanti e, operativamente, nell’area compresa tra piazza Duomo e piazza Università.
“Resiloc” (Resilient Europe and Societies by Innovating Local Communities) è un ambizioso progetto finanziato dalla Commissione Europea finalizzato alla stima e al miglioramento della resilienza ai disastri naturali delle comunità locali.
Il programma, iniziato nel 2019, ha visto la Città di Catania, insieme a Gorizia, West Achaia (Grecia), Ruse (Bulgaria), in prima linea come “laboratorio” per definire un modello europeo che si è tradotto in una piattaforma software ed in strumenti e metodologie utili alla valutazione delle priorità delle azioni da mettere in atto e alla capacità quindi di una città, o di una parte di essa, di riprendersi e ristabilire rapidamente le proprie funzioni strutturali, economiche e sociali a seguito di un evento calamitoso.
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Diversamente da una “normale” esercitazione di protezione civile in cui si verifica la capacità di reagire ad un evento, la stima della Resilienza è un’attività a livello di preparazione all’evento: la piattaforma sviluppata è uno strumento strategico di supporto e di valutazione delle condizioni preesistenti e del modo in cui la complessa interazione tra di esse possa variare al mutare delle condizioni causate dall’evento o dalle decisioni sulla gestione di una città. Nel modello di Resiloc si investigano sei diverse dimensioni della resilienza: sociale, ambientale, di governo, economica, infrastrutturale e di capacità nella riduzione del rischio da disastri.
Le attività durante le quali le soluzioni Resiloc saranno valutate coinvolgeranno le autorità locali (insieme con i servizi tecnici), i primi soccorritori e i servizi di emergenza, altri operatori interessati e i cittadini, destinati a contribuire con informazioni “dinamiche” acquisite tramite questionari e sensori volti a comprendere la percezione del rischio e la preparazione contro i rischi naturali.