Il procuratore di Caltanissetta, Salvatore De Luca, lancia l’allarme: “E’ uno dei distretti giudiziari in cui la criminalità organizzata è la più armata d’Italia rispetto al numero della popolazione”. Da Enna a Caltanissetta, dal Vallone fino a Gela tante sono le famiglie criminali che operano nelle due province. “La procura non solo si occupa delle indagini delle stragi del ’92 e anche sulle dinamiche di cosa nostra per garantire l’incolumità dei cittadini e nello stesso tempo pulire il territorio dalle armi”.
Una procura che si sta svuotando. Attualmente mancano 4 sostituti e nei prossimi mesi i vuoti in organico potrebbero aumentare.
“Sono sicuro che il Csm pubblicherà i bandi perchè un grave vuoto nell’organico dei magistrati rallenterebbe, o addirittura, bloccherebbe le indagini sulle stragi e quelle che ci sono in corso”.
Nella pianta organica della procura di Caltanissetta è ancora vacante il posto di dirigente amministrativo, ruolo che viene ricoperto dal procuratore.
“Cosa nostra non solo fa affari ma bisogna stare attenti anche all’apparato militare. Il modus operandi in alcune zone della Sicilia è sempre lo stesso”, aggiunge il procuratore De Luca nell’ambito della conferenza stampa circa l’operazione “Lua Mater” con la quale la Dda di Caltanissetta ha fermato esponenti delle famiglie criminali di Pietraperzia e Regalbuto. Un blitz che ha portato in carcere 13 persone e che ha permesso ai poliziotti di trovare due arsenali che potevano essere utilizzati in ogni momento.
Il procuratore ha evidenziato anche che è dagli anni ’90 che non capitava di vedere un così ingente quantitativo di armi. In totale sono stati sequestrati 3 fucili mitragliatori d’assalto – Kalashnikov, 8 fucili, e 11 pistole e 2 mila munizioni.