Dare dignità ai senzatetto, valorizzare gli spazi pubblici e renderli funzionali alla società. Questi gli elementi cardine del workshop Sos Catania, presentato questa mattina al MuRa (Museo della rappresentazione).
L’inclusività è uno dei temi centrali dell’iniziativa, vista come un’opportunità dal Comune di Catania, che ha patrocinato l’evento insieme al Dicar dell’Università di Catania, all’Ordine e alla Fondazione degli Architetti Ppc e degli Ingegneri della Provincia di Catania. I dati del progetto Radici – come emerso dall’intervento di Fabio Finocchiaro, direttore Politiche Comunitarie del Comune etneo e ingegnere a capo del Pon Metro etneo – «segnalano sul nostro territorio 82 persone senza dimora, per la maggior parte uomini e di nazionalità italiana».
Non meno rassicuranti le statistiche a livello nazionale ed europeo, con un trend in crescita del 70% negli ultimi 10 anni: i dati Istat rilevano più di 50.700 clochard in Italia e circa 700mila nel continente. L’età media dei senzatetto è di 44 anni e, secondo l’ultimo rapporto Caritas del 2021, circa l’85,7% è rappresentato da uomini, di cui quasi la metà di nazionalità italiana. Diverse le cause, «dalla perdita del lavoro alle difficoltà finanziarie, dalla rottura dei rapporti familiari a problemi legati a fattori psicologici. Aspetti che non possono essere trascurati e verso cui l’attuale Amministrazione – guidata dal commissario Federico Portoghese – mostra particolare attenzione. Con i fondi del Pon Metro (2021-2027), circa 73,7 milioni di euro saranno destinati all’inclusione sociale, avviando un importante percorso di riqualificazione delle infrastrutture e di recupero delle aree degradate della di Catania», sottolinea Finocchiaro. «Il workshop – aggiunge – offrirà tanti spunti di riflessione e progetti di rigenerazione urbana, introducendo servizi e dotazioni utili a tutti e una struttura multifunzionale che possa fungere da riparo occasionale per i clochard. Al termine dell’iniziativa – che vede a lavoro una ventina di partecipanti – e previo studio di fattibilità, verrà finanziata la realizzazione della proposta migliore».
A ospitare la conferenza il Museo gestito dal DICAr, «sempre in prima fila quando si tratta di progettazione e urbanistica, ancor più se in relazione a un tema cruciale per Catania», interviene Enrico Foti, direttore del Dipartimento di Ingegneria Civile e di Architettura UniCt.
«Quello dei clochard è un fenomeno amplificato durante il periodo di pandemia, con soggetti costretti a vivere al freddo in condizioni precarie di salute e fame – dichiara l’architetto Manuele Gaetano, promotore dell’iniziativa – una realtà su cui porre l’attenzione, individuando soluzioni di utilizzo degli spazi pubblici per far fronte alle necessità primarie della società».
Il workshop vede protagonisti coloro che della progettazione fanno la loro professione. «Il ruolo dell’architetto è di grande importanza, specialmente in contesti di emergenza umanitaria, contribuendo alla trasformazione degli spazi pubblici e veicolando con i suoi progetti valori legati alla sostenibilità e all’innovazione», commenta Alessio Battistella, docente del dipartimento DAStU del Politecnico di Milano. «Il progettista è e deve essere una figura poliedrica che deve cogliere e affrontare le sfide di ogni giorno. E questa certamente sarà impegnativa e stimolante», aggiunge Veronica Leone, vicepresidente dell’Ordine etneo degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (presidente Sebastian Carlo Greco). Come essere d’aiuto e dare il proprio contributo? «È questa la domanda a cui la comunità degli Architetti deve rispondere – evidenzia la presidente della Fondazione di categoria Eleonora Bonanno – mettendo al primo posto i principi etici e morali».
A dare un forte contributo anche gli Ingegneri della provincia di Catania (presidente Mauro Scaccianoce). «Si tratta di un’iniziativa lodevole e dal grande valore sociale, oltre che professionale – dichiara il presidente della Fondazione degli Ingegneri Filippo Di Mauro – è in questi momenti che vogliamo essere presenti: occasioni di confronto in cui si dà spazio ai giovani nel progettare gli spazi di vita e dei bisogni fisiologici, contribuendo, in questo caso, a mitigare il disagio dei senzatetto».
Alla presentazione del workshop erano presenti anche le associazioni e realtà territoriali che si occupano delle categorie fragili: Caritas diocesana, Croce Rossa Italiana, Legambiente Catania, Officine Culturali, Laboriusa, Associazione Insieme onlus, CittàInsieme.