L’ultima domenica di marzo è la data scelta, a seguito della decisione dalla Giunta della Regione Siciliana, per votare ed eleggere i Consigli delle Città metropolitane.
Il sindaco metropolitano di Catania, Salvo Pogliese, ha firmato il decreto che indice per il giorno 28 marzo l’elezione dei componenti del Consiglio Metropolitano etneo. Le operazioni di voto si svolgeranno in una sola giornata, dalle ore 08 alle ore 22.
Il Consiglio metropolitano è eletto dai sindaci e dai consiglieri comunali in carica.
Le città metropolitane sono quattordici “enti territoriali di area vasta” che hanno sostituito le province omonime.
La Legge Delrio disciplina le dieci città metropolitane delle regioni a statuto ordinario, i cui territori coincidono con quelli delle preesistenti province: Roma Capitale, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria.
A queste si aggiungono le quattro città metropolitane delle regioni a statuto speciale: Cagliari, Catania, Messina, Palermo.
In base all’art. 19 della legge della Regione siciliana 6 marzo 1986 n.9, istitutiva delle Provincie Regionali, fra le caratteristiche risultano di particolare menzione:
l’aggregazione intorno al comune capoluogo di più centri urbani aventi fra loro una sostanziale continuità di insediamenti;
un elevato grado di integrazione in ordine ai servizi essenziali, al sistema dei trasporti e allo sviluppo economico e sociale.
Riguardo allo sviluppo economico e sociale del territorio Confeuropa imprese Catania con una lettera aperta indirizzata al sindaco del suo presidente avv. Claudio Fiume, e tutte le associazioni rappresentative e sociali, intendono essere propositivi e partecipi del programma di sviluppo sostenibile avente come obiettivo il miglioramento economico compatibile con la tutela dell’ambiente e delle esigenze sociali di ogni individuo.
Confeuropa – afferma Fiume – si candida, pertanto, a partecipare alle riunioni del Consiglio metropolitano riguardo al processo di cambiamento, lo sfruttamento delle risorse, la direzione degli investimenti, l’orientamento dello sviluppo tecnologico e i cambiamenti istituzionali in coerenza con i bisogni futuri, tenendo altresì conto degli obiettivi dell’agenda 2030.