Le famiglie italiane si affidano sempre piu’ ai cibi precotti, al microonde ed ai robot da cucina e potrebbero dimenticare come si preparano i cibi. I consumatori non ritengono piu’ un’abitudine quotidiana cuocere gli alimenti e questa e’ la ragione per la quale occupa tanto spazio nei palinsesti televisivi e richiama tanta audience. Se non bastasse, arriva il colpo inferto all’arte della cottura tradizionale dei cibi dai cuochi professionisti a caccia di likes e popolarita’, che si lanciano in sperimentazioni, in innovazioni a volte ‘estreme’ e in abbinamenti ‘improponibili’.
Sono le ‘preoccupazioni’ espresse dai 100 cuochi che per tre giorni si sono riuniti ad Aci Castello alle porte di Catania per un convegno nazionale organizzato dall’Associazione provinciale cuochi e pasticceri etnei e dall’Associazione cuochi italiani riuniti (Acir) e che, al termine dei lavori lanciano un grido d’allarme: “La cucina italiana e’ in pericolo di estinzione. La nostra missione e’ preservarla, custodirne l’integrita’ e consegnare alle nuove generazioni, non soltanto di cuochi, un enorme bagaglio di conoscenze, di esperienze e di ricerche”.
“Non bisogna esasperare con creativita’ e fantasia le nostre conoscenze in campo alimentare – hanno concluso gli organizzatori – perche’ il rischio e’ che si tagli via il lascito delle tradizioni. Non bisogna far diventare la professione del cuoco un mestiere tecnico, ma invece occorre coltivare e far crescere la passione”.
Tra i cuochi che hanno motivato quanto preoccupante sia il quadro per il futuro della cucina italiana, Giorgio Nardelli, che ha presentato un suo studio sulle ricette del territorio; Fabio Tacchella, che ha messo a confronto metodi di cottura tradizionali con le piu’ moderne tecniche del sottovuoto e della bassa temperatura; e Paolo Caldana, che ha presentato un decalogo per la cucina di ogni tempo.