“Prima di chiedere un intervento a Draghi, dobbiamo incontrarci noi. Sono cinque giorni che dico a tutti i leader politici riuniamoci, vediamoci, incontriamoci: c’è un’emergenza energetica nazionale che sta per fare chiudere aziende, piccole e grandi, e rischia di essere uno tsunami. Sediamoci”.
Lo ha detto Carlo Calenda a un incontro elettorale a Catania.
E’ inutile chiedere a Draghi di intervenire, e lo dico agli amici di Forza Italia che lo hanno sfiduciato. Sarebbe molto meglio assumersene la responsabilità e scusarsi con gli italiani. E questo vale per Berlusconi e Salvini e non per Conte che, sotto sotto, è contento di averlo sfiduciato e non mia pare lo spazio per un ravvedimento operoso”.
Poi aggiunge: “Se arriva al governo una coalizione di destra litigiosissima e in contrasto tra loro, perché sappiamo che Salvini, Berlusconi e Meloni non si possono vedere con programmi completamente diversi tra loro, gli italiani devono aspettarsi uno tsunami finanziario produttivo che sarà il più grosso che abbiamo vissuto negli ultimi venti anni”.
“Non sono contrario al reddito di cittadinanza. Chi non può lavorare, non è in condizioni di farlo, deve continuare a prenderlo. Chi può lavorare deve essere formato. Oggi in Italia, ad esempio, mancano tremila saldatori. Chi rifiuta il lavoro deve perdere il sussidio. E contemporaneamente siamo favorevoli al salario minimo in modo da garantire uno stipendio decoroso”.
Sul nuovo premier Calenda afferma: “Hanno tutti l’ambizione di fare il presidente del consiglio, si sentono preparati. Io nella mia vita ho lavorato in Ferrari, Sky a Londa, al Sanpaolo e in Confindustria, ho fatto il ministro, vice il ministro ho presieduto due G7, ho fatto l’ambasciatore a Bruxelles e ho quindi il curriculum per farlo. Ma dico che Mario Draghi è molto meglio. Se ha Schumacher non lo sostituisci con un pilota di terza fila”.
“Questi leader di partito – ha aggiunto – non sono mai usciti dall’Italia e mi spaventa la loro inesperienza internazionale dei leader di destra. Mi preoccupa che non hanno ben chiaro come ci si deve muovere in Europa e questo è molto preoccupante”.