Relazione Dia: a Catania consolidata la mafia nigeriana

Redazione

| Pubblicato il mercoledì 22 Settembre 2021

Relazione Dia: a Catania consolidata la mafia nigeriana

Nel complesso, "la mafia siciliana mantiene l'egida sulle attività nelle zone di competenza tollerando la presenza della criminalità straniera
di Redazione
Pubblicato il Set 22, 2021

Analisi e studio del fenomeno mafioso nella relazione della Dia appena consegnata al Parlamento e relativa al secondo semestre del 2020,

Nel secondo semestre del 2020 il perdurare dell’emergenza sanitaria da Covid-19 ha accentuato le conseguenze negative sul sistema sociale ed economico italiano originate dalle severe misure rese necessarie per contenere l’espandersi del contagio.

Delle difficoltà finanziarie dei cittadini e delle imprese potrebbero approfittare le organizzazioni malavitose, per altro sempre più orientate verso una sorta di metamorfosi evolutiva volta a ridurre le strategie cruente per concentrarsi progressivamente sulla silente infiltrazione del sistema imprenditoriale.

Alla luce di queste considerazioni, la Relazione di questo semestre è orientata sull’analisi e l’interpretazione delle possibili strategie d’azione e linee di tendenza evolutive, soprattutto sul piano imprenditoriale nel medio-lungo periodo, delle organizzazioni mafiose che non conoscono confini di settore, geografici e relazionali specie con riferimento al mondo finanziario, politico-amministrativo e delle professioni (cd. area grigia).

La ‘ndrangheta si conferma come un’organizzazione unitaria, fortemente organizzata su base territoriale e saldamente strutturata su vincoli di parentela che da qualche tempo non rappresentano più un fattore di concreta impermeabilità attesa la scelta di collaborare con la giustizia intrapresa da esponenti mafiosi anche di elevato spessore. In Sicilia coesistono organizzazioni criminali eterogenee che seguono dinamiche diversificate sia pure con la storica preminenza di cosa nostra. La camorra si conferma quel macro-fenomeno criminale connotato da un potere mafioso espresso da alcune grandi e consolidate organizzazioni tra loro autonome, fortemente compenetrate nel tessuto sociale in cui si localizzano e con connotazioni estremamente eterogenee per struttura, capacità militare, forme di radicamento, modalità operative e settori illeciti ed economici di interesse, pertanto straordinariamente flessibili e dotate di grande capacità rigenerative. Per quanto attiene ai sodalizi pugliesi, varie sono le espressioni criminali legate rispettivamente alla provincia di Foggia, al territorio di Bari e al basso Salento. Un’attenzione particolare per le possibili dinamiche evolutive merita il contesto foggiano dove operano le tre storiche organizzazioni della società foggiana, della mafia garganica e della delinquenza cerignolana.

Da segnalare a fattor comune come i sodalizi mafiosi, avvalendosi sempre più delle possibilità offerte dalla tecnologia, si stiano orientando verso i settori del gioco d’azzardo (gaming) e delle scommesse (betting) realizzando circuiti paralleli a quello legale allo scopo sia di riciclare, sia di incrementare le cospicue risorse a disposizione.

Analoghe infiltrazioni ad opera della criminalità organizzata, in prevalenza della camorra e della ‘ndrangheta, si registrano nel settore del contrabbando di prodotti energetici (olio lubrificanti ed oli base) in virtù dei notevoli vantaggi economici derivanti dalla possibilità di immettere sul mercato prodotti a prezzi sensibilmente più bassi di quelli praticati dalle compagnie petrolifere.

Tale quadro, pertanto, impone di continuare nella lotta contro la criminalità organizzata con particolare attenzione all’aggressione dei beni illecitamente accumulati dalle mafie mediante gli strumenti dell’azione giudiziaria e delle misure di prevenzione patrimoniali.

Su questo fronte, la portata dei provvedimenti di prevenzione eseguiti anche nel semestre in esame testimonia l’attenzione verso il settore della Direzione Investigativa Antimafia che orienta le sue attività verso l’obiettivo generale di proteggere il tessuto economico del Paese dalle ingerenze della criminalità organizzata specie durante la difficile situazione contingente ancora caratterizzata da generale incertezza e diffuso disagio sociale.

I clan di Cosa Nostra – viene scritto nella relazione – non riuscendo a ricostruire la Cupola cui spettava il compito di definire le questioni più delicate, hanno adottato «un coordinamento basato sulla condivisione delle linee di indirizzo e dalla ripartizione delle sfere di influenza tra esponenti di rilievo dei vari mandamenti, anche di province diverse».

Tra i sodalizi mafiosi che nella Sicilia centro-orientale si affiancano a cosa nostra “un rilievo particolare è da attribuire alla stidda che risulta caratterizzata dalla coesistenza di gruppi operanti con un coordinamento di tipo orizzontale”.

A sottolinearlo è la Direzione investigativa antimafia nella relazione semestrale al Parlamento.

“Si tratta – spiega il documento – di un’organizzazione inizialmente nata in contrapposizione a cosa nostra ma che oggi tende a ricercare piuttosto l’accordo con quest’ultima per la spartizione degli affari illeciti. Di recente alcune organizzazioni stiddare hanno compiuto un ‘salto di qualità’ evolvendosi da gruppi principalmente dediti a reati predatori a compagini in grado di infiltrare il tessuto economico-imprenditoriale del nord Italia”.

Nella parte orientale dell’isola “sono inoltre presenti ulteriori gruppi e clan mafiosi di minori dimensioni e con interessi circoscritti in un ambito territoriale limitato ma che si mostrano tuttavia pervasivi nell’area d’influenza di riferimento e operativamente spregiudicati”.

Nel complesso, “la mafia siciliana mantiene l’egida sulle attività nelle zone di competenza tollerando la presenza della criminalità straniera in settori di non diretto interesse e talora utilizzandola per ruoli di cooperazione marginale.

Tuttavia, una distinzione va operata per le consorterie nigeriane che, già consolidate a Palermo e a Catania, anche a Caltanissetta stanno progressivamente acquisendo spazi operativi nei consueti settori degli stupefacenti e della tratta di esseri umani connessa con lo sfruttamento della prostituzione”.

di Redazione
Pubblicato il Set 22, 2021


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