I carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale di Palermo si sono occupati – nell’ambito dell’indagine antimafia sfociata negli arresti di stanotte – della famiglia mafiosa di Ciaculli. Sono cinque i provvedimenti eseguiti dall’Arma nei confronti di soggetti – ritenuti direttamente legati a Giuseppe Greco e Ignazio Ingrassia – che, forti dei loro storici legami con “Cosa Nostra”, sarebbero stati in grado di coadiuvare i due vertici nella gestione del mandamento mafioso e nella conduzione delle attivita’ illecite che alimentavano le casse della famiglia mafiosa di Ciaculli.
Fra i cinque soggetti destinatari di misura cautelare oggetto delle investigazioni dei Carabinieri di Palermo figurano infatti Francesco Greco, direttamente legato per connessioni parentali ai vertici del mandamento, e Emanuele Prestifilippo. Stupefacenti e “sensalerie” le attivita’ classiche per foraggiare la cassa della famiglia ma i carabinieri avrebbe tratto parte del suo sostentamento anche dalla gestione delle acque irrigue, impropriamente sottratte direttamente alla conduttura “San Leonardo”, di proprieta’ del “Consorzio di Bonifica Palermo 2″.
Gli affiliati alla famiglia mafiosa di Ciaculli sarebbero, infatti, intervenuti direttamente sulle condotte del consorzio, forzandole e – secondo le indagini dell’Arma – incanalando l’acqua in vasche di loro proprieta’, per poi ridistribuirla ai contadini operanti nell’agro Ciaculli-Croceverde Giardini e Villabate. Tale circostanza, oltre a costituire un guadagno illecito per l’organizzazione mafiosa, avrebbe permesso alla famiglia mafiosa di Ciaculli di accreditarsi verso numerosi produttori agricoli, ergendosi a punto di riferimento per la gestione di uno dei beni essenziali per eccellenza: l’acqua.
Ulteriore “affare” sul quale gli uomini di Ciaculli avrebbero imposto il controllo, e’ stato rintracciato nella gestione delle piattaforme di gioco per le scommesse on-line illegali. Dalle indagini e’ anche emerso che la compagine mafiosa avrebbe avuto anche a disposizione un vero e proprio arsenale di armi. Eseguito anche il sequestro preventivo del capitale sociale, dei beni aziendali e dei locali, per un presunto valore complessivo di circa 350.000 euro in quanto frutto di intestazione fittizia, nei confronti di imprese ed esercizi commerciali, tra i quali una rivendita di prodotti ittici, due rivendite di caffe’ e tre agenzie di scommesse.