I carabinieri del Ros hanno confiscato beni per dieci milioni di euro a Gioacchino Francesco la Rocca, Giuseppe Ciriacono e Giuseppe Spitalemi’, su proposta della sezione misure di prevenzione della procura distrettuale di Catania. Il provvedimento s’inserisce nel procedimento penale ‘Agora”, in cui erano state individuate le imprese e gli imprenditori (Ciriacono e Spitale) contigui alla famiglia mafiosa di Caltagirone. Dall’indagine è emerso che questa compagine di cosa nostra – con al vertice Gioacchino Francesco La Rocca noto ‘Gianfranco’, figlio di Francesco ‘Ciccio’ la Rocca (boss del calatino deceduto nel dicembre 2020) – in stretto rapporto con i due imprenditori Ciriacono e Spitale, grazie anche alle entrature di cui godeva nel Comune di Caltagirone, esercitava un’attività pressocchè monopolistica nel settore degli appalti riuscendo a ‘modellare’ i bandi cosi’ da favorire le aziende contigue a cosa nostra e a imporre, attraverso condotte minatorie, le forniture di calcestruzzo. In questo modo gli imprenditori hanno assunto una posizione pressoche’ dominante nel mercato calatino e l’organizzazione ha ottenuto consistenti risorse economiche frutto del controllo di settori economici. Nel 2022 le aziende e i beni erano stati sottoposti a sequestro preventivo per poi essere definitivamente confiscati nell’operazione di oggi.
Il provvedimento ha disposto il sequestro ai fini della confisca delle aziende Ital Costruzioni srl e Ital costruzioni group il cui titolare è Giuseppe Ciriacono, e della Impresa Edile eredi Gaetano Spitale di Giuseppe Spitale, in quanto società che hanno tratto vantaggio dalla loro vicinanza alla famiglia mafiosa cosi’ da piegare le dinamiche di libero mercato agli obiettivi dell’organizzazione. Disposta l’amministrazione giudiziaria delle aziende Ital Servizi e Ecosud, entrambe riconducibili a Giuseppe Ciriacono, e della Immobiliare San Cono Costruzioni di Giuseppe Spitale.