Blitz contro la famiglia mafiosa di Sciacca. Eseguiti sette arresti e ipotizzate pressanti infiltrazioni negli appalti pubblici – dalla rete fognaria, all’area portuale, fino all’hub vaccinale e alla recinzione dell’area sequestrata di Scala dei Turchi – e nelle elezioni comunali del 2022. I finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo e della Compagnia di Sciacca hanno eseguito due ordinanze emesse dal gip su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, nei confronti di 7 persone, di cui cinque sottoposti al carcere e due agli arresti domiciliari, per associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, usura, corruzione e illecita concorrenza aggravate dalla finalita’ di agevolare Cosa nostra, scambio elettorale politico-mafioso e traffico illecito di rifiuti.
Fra gli arrestati dell’operazione antimafia di questa nota a Sciacca c’e’ pure il dirigente regionale Maurizio Costa, 64 anni, di Favara, ex responsabile della Protezione civile in provincia di Agrigento. A suo carico vengono ipotizzati i reati di corruzione e falso perche’, nel 2021, avrebbe favorito l’aggiudicazione dell’appalto per la realizzazione dell’hub vaccinale di Sciacca, attestando falsamente il possesso di una certificazione. In cambio avrebbe ottenuto l’esecuzione gratuita di alcuni lavori nella propria abitazione. Ai domiciliari sono finiti Vittorio Di Natale, 49 anni, candidato al consiglio comunale di Sciacca nell’ultima tornata elettorale, e Rosario Catanzaro, 65 anni. In carcere, inoltre, sono finiti Domenico Friscia, 61 anni, ritenuto il capo della famiglia di Sciacca; Domenico Maniscalco, 59 anni, gia’ coinvolto in passato nell’operazione Montagna; Giuseppe Marciante, 37 anni e Michele Russo, 45 anni.
Tra i destinatari un pubblico ufficiale. Impiegati oltre 100 militari in forza ai reparti di Palermo e Agrigento, con perquisizioni in diverse province siciliane e nel Molise, presso abitazioni e sedi societarie nella disponibilita’ di 22 indagati. Le indagini hanno permesso di ricostruire il capillare controllo economico del territorio da parte della famiglia mafiosa di Sciacca, al cui interno sarebbe emersa un’accesa competizione finalizzata a ottenerne la leadership e terminata soltanto alla fine del 2021, dopo la morte dell’anziano capofamiglia Salvatore Di Gangi. A quest’ultimo sarebbe subentrato uno storico mafioso gia’ condannato per associazione mafiosa, il quale si sarebbe affermato grazie alla spiccata capacita’ di “ergersi – ha spiegato il gip – come collettore nel settore degli appalti”. Infatti, “il dato complessivo che emerge e’ proprio la persistente capacita’ d’infiltrazione e di condizionamento del tessuto socio-economico del territorio da parte dell’associazione mafiosa che ha trovato espressione, da un lato con il controllo pressoche’ totale nel settore degli appalti e i costanti tentativi di inserimento con i sub-appalti e le forniture, dall’altro con il condizionamento del voto in occasione delle consultazioni elettorali”.
Sarebbe cosi’ emerso un incisivo potere di infiltrazione nell’economia legale, con particolare riferimento ai settori delle costruzioni e del movimento terra connessi alla realizzazione di opere pubbliche, mediante estorsioni, illecita concorrenza con minaccia o violenza e usura ai danni di imprenditori estranei alla cerchia fiduciaria del nuovo reggente della famiglia mafiosa. Tra il 2020 e il 2023, sarebbe stato riscontrato il condizionamento in particolare di appalti per la realizzazione del depuratore, per il rifacimento della rete fognaria, dell’area portuale di Sciacca e dell’asilo comunale di Menfi, avvenuto anche grazie al determinante apporto di imprenditori mafiosi che, sostituendosi di fatto alle societa’ aggiudicatarie, avrebbero sistematicamente eluso la normativa antimafia in materia di sub-appalto mediante l’imposizione delle forniture di materie prime e il nolo a freddo di mezzi. Tra i destinatari delle ordinanze di custodia cautelare figura anche un pubblico ufficiale, in capo al quale sono stati ipotizzati i reati di corruzione e di falso, in quanto nel 2021, in cambio dell’esecuzione a titolo gratuito di alcuni lavori presso la propria abitazione, avrebbe agevolato la societa’ riconducibile a uno degli imprenditori mafiosi per l’aggiudicazione dell’appalto relativo alla realizzazione dell’hub vaccinale di Sciacca, attestando falsamente il possesso di una certificazione indispensabile per l’ottenimento della commessa. Il pubblico ufficiale sarebbe intervenuto per favorire l’affidamento diretto a favore della societa’ dei lavori relativi allo sgombero e ripristino del manto stradale nel Comune di Lucca Sicula (Agrigento), al ripristino della pavimentazione stradale di collegamento in alcune contrade del comune di Caltabellotta e all’intervento di recinzione dell’area posta sotto sequestro a Scala dei Turchi nel Comune di Realmonte. Infine, le attivita’ d’indagine avrebbero disvelato, il tentativo di influenzare le elezioni comunali di Sciacca del 2022. In tale contesto, il nuovo reggente della famiglia mafiosa avrebbe incontrato un candidato al Consiglio comunale per garantirgli appoggio politico, episodio per il quale il gip ha ritenuto la sussistenza dello scambio elettorale politico mafioso.