La Direzione Investigativa Antimafia ha eseguito quattro misure cautelari, emesse dal gip del tribunale di Messina su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di quattro persone indagate in concorso per turbata libertà dei pubblici incanti.
Ai domiciliari finiscono un dirigente del Consorzio Autostrade Siciliane, oggi in quiescenza, e due imprenditori mentre un terzo è stato sottoposto alla misura interdittiva del divieto di esercitare imprese o ricoprire uffici direttivi di persone giuridiche per sei mesi.
Destinatari del provvedimento sono: Gaspare Sceusa, dirigente oggi in quescienza (ai domiciliari) – Francesco Duca, imprenditore (ai domiciliari) – Giuseppe Trifirò, imprenditore (ai domiciliari) – Pietro Rampino, imprenditore (interdittiva).
Al centro dell’inchiesta il procedimento di formazione di un bando di gara riguardante l’espletamento del servizio di presidio antincendio nelle gallerie della rete autostradale Messina-Catania (A18) e Messina-Palermo (A20). L’importo dell’appalto è di quasi 10 milioni di euro.
Secondo le indagini sarebbero emerse collusioni tra gli indagati al fine di turbare il bando riuscendo a far sì che il contenuto dell’appalto fosse strutturato in maniera tale da ridurre la stazione appaltante ad individuare il contraente in una ATI già determinata.
Dalle indagini, che si sono avvalse di intercettazioni e pedinamenti, sono emersi ripetuti incontri e scambi di documentazione riservata tra gli indagati. In tal modo si incideva sui contenuti del bando, che una volta modificato, presentava requisiti tecnici particolarmente restrittivi con l’intento di escludere potenziali concorrenti a favore dell’impresa di interesse.