Ennesimo episodio di maltrattamenti in ambito familiare, interrotto grazie all’intervento dell’Arma di Misterbianco che ha arrestato in “flagranza differita” un 23enne del posto, già noto per pregresse vicende giudiziarie. In tale contesto, massima attenzione viene rivolta da parte del Comando Provinciale Carabinieri di Catania alle attività di prevenzione e contrasto alla violenza di genere, anche attraverso la sua rete di monitoraggio, istituita dal 2014 su tutto il territorio nazionale e composta da militari formati e specializzati sulla delicata materia.
I fatti, che hanno dato luogo al provvedimento, hanno avuto inizio quando una coppia di coniugi di Misterbianco si sono presentati presso quella caserma dell’Arma, per denunciare, per continui maltrattamenti in famiglia, il figlio 23enne della donna e con loro convivente. I due, infatti, hanno deciso di denunciare ai militari anni di aggressioni, sofferenze e richieste di denaro, dietro minacce di morte da pare del giovane. Il patrigno, in particolare, in quella circostanza mostrava ai Carabinieri dei video con audio, che aveva scaricato dal sistema di video sorveglianza di casa, nei quali si poteva vedere il ragazzo che, poche ore prima, rivolto verso la telecamera e in due diversi momenti della giornata, proferiva delle gravissime minacce di morte: ”un giorno tutti e due vi uccido” e poi “quanto voglio bene a chiu cara cosa, unnni iti iti voi vi uccido col coltello a pezzi a pezzi come ai vermi”. La visione di quei cruenti fotogrammi aveva terrorizzato marito e moglie a tal punto da chiedere, una volta per tutte, l’aiuto dei Carabinieri affinché quella situazione avesse fine.
I denuncianti, inoltre, hanno evidenziato agli operanti che, qualche giorno prima, erano stati costretti a chiedere l’intervento, in due diverse occasioni, di una pattuglia dei Carabinieri, poiché il giovane, che si trovava in casa, li aveva intimoriti prendendo, addirittura, a calci una busta della spesa poggiata a terra davanti porta di casa loro.Dalle dichiarazioni dei coniugi, i Carabinieri hanno subito compreso la gravità della situazione e i motivi delle continue minacce da parte del maltrattante, che erano riconducibili ad un costante bisogno di denaro a lui necessario per poter soddisfare le sue esigenze di droga o di alcool. Le vittime, oltretutto, frustrati e terrorizzati da quanto stava accadendo, hanno aggiunto che spesso, davanti l’atrio di casa loro, si soffermavano delle persone, a loro sconosciute, che pretendevano del denaro da parte del ragazzo.
Acquisite, quindi, tutte le informazioni investigative necessarie, i Carabinieri sono immediatamente usciti alla ricerca del 23enne, battendo palmo a palmo tutti i luoghi solitamente da lui frequentati fino a quando non lo hanno individuato, intento a passeggiare nel centro di quel comune. Quindi, bloccato e messo in sicurezza, il giovane aggressore veniva accompagnato in Caserma dove, i militari dell’Arma hanno proceduto al suo arresto in “flagranza differita”, provvedimento introdotto dal nuovo “Codice Rosso”, poiché eseguito nell’arco delle 48 ore dalla visione dei filmati, legittimamente forniti dai denuncianti. Sulla base degli elementi di prova raccolti, l’aggressore è stato pertanto posto a disposizione dell’Autorità Giudiziaria che ha convalidato la misura disponendo per lui gli arresti domiciliari in luogo diverso dal luogo di residenza della parte offesa.