Dall’obbligo di dimora agli arresti domiciliari: si complica la posizione di Vito Pappalardo, 61 anni, ausiliario in servizio presso il reparto di medicina e chirurgia d’accettazione e urgenza dell’ospedale “Gravina e Santo Pietro” di Caltagirone, coinvolto nell’operazione dei carabinieri “Requiem” nella quale era stato indagato per istigazione alla corruzione.
A distanza di sei mesi la procura della Repubblica di Caltagirone ha chiesto e ottenuto un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari per peculato. Le indagini del sostituto procuratore della Alessandro Di Fede hanno permesso di ricostruire un quadro gravemente indiziario nei confronti di Pappalardo in quanto trovato in possesso, presso la sua abitazione, di un’ingiustificata quantita’ e tipologia di farmaci, gran parte dei quali a uso esclusivo ospedaliero.
Farmaci che Vito Pappalardo ha potuto sottrarre alla farmacia dell’ospedale grazie al suo incarico che gli avrebbe permesso di spostarsi liberamente all’interno del presidio e di accedere ai farmaci destinati ai pazienti.