Mafia, 18 fermi nel mandamento di Porta Nuova

Redazione

| Pubblicato il mercoledì 06 Luglio 2022

Mafia, 18 fermi nel mandamento di Porta Nuova

I dettagli dell'operazione Vento
di Redazione
Pubblicato il Lug 6, 2022

I Carabinieri del Comando provinciale di Palermo hanno eseguito un provvedimento di fermo, emesso dalla Dda, nei confronti di 18 persone accusate a vario titolo di associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico di droga, estorsioni e rapine aggravate dal metodo mafioso. L’operazione e’ scattata al termine di una inchiesta sul mandamento mafioso di Palermo – Porta Nuova. Le indagini del nucleo investigativo dei carabinieri hanno delineato l’organigramma del mandamento e individuato il reggente del clan. Si tratta di Giuseppe Incontera, ucciso giovedi’ scorso da un killer che, ieri, si e’ costituito ai carabinieri. 

I FERMATI

Giuseppe Di Giovanni, 42 anni, Tommaso Lo Presti, 57 anni, Giuseppe Auteri, 47 anni, Calogero Lo Presti, 69 anni, Giuseppe Giunta, 35 anni, Domenico Lo Iacono, 46 anni, Salvatore Di Giovanni, 28 anni, Antonino Ventimiglia, 52 anni , Roberto Verdone, 51 anni, Nicolo Di Michele, 31 anni, Salvatore Incontrera, 25 anni, Antonino Stassi, 33 anni, Giorgio Stassi, 67 anni, Andrea Damiano, 44 anni, Gioacchino Pispicia, 25 anni, Antonino Bologna, 25 anni, Gioacchino Fardella, 21 anni, Leonardo Marino, 32 anni. I 18 fermati sono stati portati nel carcere Pagliarelli.

LE INDAGINI

L’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto della Dda Paolo Guido, ha fatto luce anche sui gregari delle famiglie mafiose di Porta Nuova e Palermo Centro che fanno parte dello storico mandamento di Porta Nuova e ha ricostruito le attivita’ di un’articolata associazione che trafficava hashish, marijuana, cocaina, eroina e crack gestita, in tutta la sua filiera (dalle fasi di approvvigionamento all’ingrosso, allo spaccio al minuto sul territorio) dai vertici del mandamento mafioso, per alimentarne le casse. Sono stati, infatti, fermati, i capi di 6 piazze di spaccio, localizzate in alcuni storici quartieri del centro- il Capo, la Vucciria, Ballaro’ e la Zisa- ritenuti organici a Cosa nostra. Sono stati ricostruite, infine, due estorsioni e cinque tentativi di estorsione a imprenditori e commercianti del centro cittadino. L’organizzazione avrebbe commesso anche due rapine per rimpinguare le casse della cosca.

LA GUERRA EVITATA

Stavano per fuggire alcuni degli indagati finiti in manette nell’inchiesta della Dda di Palermo sul clan di Porta Nuova. E’ questo il motivo per cui la Procura, coordinata dall’aggiunto Paolo Guido, ha disposto i fermo di 18 tra capi e gregari del mandamento di Porta Nuova. Il provvedimento e’ stato emesso in via d’urgenza anche perche’ recentemente, nel territorio controllato dalla cosca, sono stati commessi gravi fatti di sangue, l’ultimo giovedi’, quando e’ stato assassinato, per strada, in pieno giorno, Giuseppe Incontrera, ritenuto dagli inquirenti reggente del mandamento. Per gli investigatori l’omicidio “avrebbe potuto aumentare il rischio della commissione di altri delitti” e spingere alcuni affiliati a fuggire per evitare ritorsioni. C’era dunque il rischio di una guerra all’interno del clan.

TRA GLI ARRESTI IL FIGLIO DEL BOSS UCCISO GIOVEDÌ 

Tra i 18 fermati dai carabinieri nell’operazione contro il clan mafioso di Porta Nuova ci sono Salvatore Incontrera, figlio di Giuseppe, il reggente del clan ucciso giovedi’ scorso a Palermo, e il consuocero del boss: Giuseppe Di Giovanni. La figlia di Incontrera ha sposato, infatti, il figlio di Giuseppe Di Giovani, fratello dei capimafia detenuti Gregorio e Tommaso. In carcere oggi e’ finito anche il boss Tommaso Lo Presti, che era stato scarcerato nel 2020.

LE IMMAGINI

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Pubblicato il Lug 6, 2022


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