Inchiesta “Hybris” nasce dal tentato omicidio Marino; mafia e stidda controllano e autorizzano

Redazione

| Pubblicato il mercoledì 22 Febbraio 2023

Inchiesta “Hybris” nasce dal tentato omicidio Marino; mafia e stidda controllano e autorizzano

Michele Cavaleri, 46 anni, vero dominus dell’impresa criminale, coadiuvato efficacemente dalla convivente Antonietta Casaccio
di Redazione
Pubblicato il Feb 22, 2023

Ci sono due tentati omicidi, parecchia mafia, tracce di Stidda e collegamenti con i clan catanesi e gelesi all’origine dell’operazione “Hybris”, indagine avviata dal personale della Squadra Mobile di Agrigento guidati dal vicequestore Giovanni Minardi.

Il provvedimento cautelare, firmato dal Gip del Tribunale di Palermo, Antonella Consiglio su richiesta della Dda di Palermo, contiene ripetute pagine di riferimenti ai boss mafiosi di Licata (Angelo Occhipinti detto Piscimoddru), attualmente in carcere dove sconta una pena pari a 20 anni di carcere e Palma di Montechiaro (Nicola Ribisi, già condannato per mafia e nuovamente arrestato di recente nell’operazione Condor). Ed anche ad appartenenti alla Stidda gelese e mafia catanese. Emerge, inoltre, il collaudato e redditizio traffico e spaccio di stupefacenti che ha avuto il suo quartier generale al Bronx di Licata, territorio quasi inespugnabile grazie alle vedette, telecamere di sorveglianza e ripetuti controlli, si veri e propri controlli, cui venivano sottoposte le forze di Polizia.

A perfezionare la macchina da guerra specializzatasi nel traffico e spaccio di droga a livelli industriali sarebbe stato Michele Cavaleri, 46 anni, vero dominus dell’impresa criminale, coadiuvato efficacemente dalla convivente Antonietta Casaccio. Una struttura criminale capace di poter rifornirsi di stupefacenti direttamente dai cartelli colombiani, pronta a tutto senza disdegnare di dichiarare negli ambienti criminali di “appartenere” allo “zio Angelo”, ossia “piscimoddru” per lunghi anni ai vertici della famiglia mafiosa licatese.

Scrive il Gip Consiglio nel syo provvedimento: “ Le indagini svolte nel presente procedimento, e svolte dalla Squadra mobile della Questura di Agrigento, hanno riguardato un’associazione finalizzata al traffico di cocaina, operante a Licata e con ramificazioni a Catania, Caltanissetta e Gela.

Le investigazioni, svolte attraverso una corposa attività di  intercettazione corredata da servizi di pedinamento e osservazione, sono state intraprese  in seguito al tentato omicidio in danno di Carmelo Marino, perpetrato da Michele Cavaleri a Licata il 6 ottobre 2020. Solo due giorni dopo, a Gela, il Cavaleri veniva attinto da colpi di arma da fuoco esplosi da Paolo Quinto Di Giacomo, figlio di Orazio Crocifisso, con il quale nel corso delle investigazioni svolte nel presente procedimento, lo stesso Cavaleri ha intrattenuto costanti rapporti finalizzati al traffico di ‘sostanze stupefacenti.

Le attività investigative svolte hanno progressivamente consentito di accertare l’esistenza e l’operatività  di un’associazione  criminale, armata, dedita al traffico di sostanze stupefacenti, perlopiù cocaina, avente quale “quartier generale” l’abitazione di Michele Cavaleri e del suo nucleo familiare, sita nel cosiddetto “Bronx” di Licata, quartiere che, in ragione della particolare  conformazione  dei luoghi (una serie .di abitazioni popolari site in cortili sostanzialmente riservati al transito dei soli residenti) nonché della installazione da parte degli stessi indagati di telecamere di sorveglianza dei luoghi circostanti, ha reso le stesse indagini particolarmente complesse ma anche efficaci sotto il profilo della ricostruzione genuina dei fatti.

Deve inoltre fin da subito evidenziarsi che le investigazioni hanno consentito di accertare i legami fra il sodalizio capeggiato da Michele Cavaleri e l’associazione mafiosa Cosa nostra operante a Licata; come si vedrà, infatti, nel corso delle attività di intercettazione svolte nei  confronti del Cavaleri, era quest’ultimo a riferire espressamente di svolgere la propria attività criminale a Licata avendo ricevuto l’autorizzazione dello “zio Angelo” , identificato nel capo mafia Angelo Occhipinti, circostanza che – seppur, allo stato, non consente di ritenere integrata la circostanza di cui all’art. 416 bis.I c.p. – denota senz’altro l’elevata pericolosità dell’associazione oggetto della presente richiesta, in grado di interloquire anche coi vertici di Cosa nostra.

I destinatari della misura cautelare dell’operazione “Hybris” sono: Michele Cavaleri, Licata 45 anni; Antonietta Casaccio, Licata, 41 anni; Maria Casaccio, Licata, 35 anni; Francesco Cavaleri, Licata, 43 anni; Marco Cavaleri, Licata, 37 anni; Paolo Cavallo, Gela, 53 anni; Ramona Cellura, Licata, 39 anni; Orazio Luciano Curvà, Gela, 32 anni; Giuseppe Domicoli, Catania, 33 anni; Calogero Forti, nato in Germania, 32 anni; Gioacchino Giorgio, Licata, 37 anni; Angelo La Cognata, Licata, 38 anni; Maddalena Concetta Marino, Licata, 48 anni; Marco Marino, Licata 33 anni; Luca Giacomo Marino, 48 anni di Licata; Antonio Milanese, Canicattì, 34 anni; Carmelo Gioelè Musumeci, Catania, 40 anni; Michele Palma, Scafati, 31 anni; Nunzio Ratto, Gela, 46 anni; Giuseppe Sanfilippo, Gela, 46 anni; Ferdinando Roberto Serravalle, Licata,27 anni; Lillo Serravalle, Licata, 51 anni; Santo Vitale, Catania,  59 anni. Quattro ancora le persone da catturare.

di Redazione
Pubblicato il Feb 22, 2023


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