Il Pronto soccorso di Agrigento è un inferno: medici pronti alle dimissioni di massa

Redazione

| Pubblicato il mercoledì 26 Luglio 2023

Il Pronto soccorso di Agrigento è un inferno: medici pronti alle dimissioni di massa

Anche il primario designato Giuseppe Spallino non ha accettato l’incarico
di Redazione
Pubblicato il Lug 26, 2023

Pazienti sparpagliati lungo i corridoi senza una adeguata gestione clinica e in assenza di decoro e privacy, malati che sempre più frequentemente vedono peggiorare le proprie condizioni di salute e un numero di accessi in costante aumento a fronte di una dotazione organica esigua. Il Pronto soccorso dell’ospedale di Agrigento è sempre più nel caos e il clima, di giorno in giorno, diventa sempre più incandescente.  E adesso, dopo il passo indietro con tanto di polemica dell’ormai ex primario Sergio Vaccaro, non sono da escludere dimissioni di massa di altri medici dell’ospedale. Nelle scorse ore l’Asp di Agrigento ha individuato nel dottore Giuseppe Spallino, gia primario a Ribera, la figura idonea per guidare il reparto ma lo scenario che si sta delineando, ha indotto il dott. Spallino a rinunciare  all’incarico consegnando le chiavi del reparto al manager. I camici bianchi, quelli del Pronto soccorso, stremati fisicamente e spremuti psicologicamente, lamentano una situazione divenuta ormai insostenibile. Uno scenario forse ben più grave di quanto realmente si pensasse. Alcuni di loro hanno deciso di mettere nero su bianco, indirizzando una missiva ai vertici del nosocomio, le preoccupazioni per il presente ed il futuro del Pronto soccorso. Uno scenario che gli stessi medici definiscono da ospedale di guerra le cui condizioni di sofferenza sono addirittura superiori al periodo della pandemia di Coronavirus. Nel periodo estivo gli accessi sono aumentati del 25%, nelle ultime ore sono quasi ottanta i pazienti presenti tra Pronto soccorso e astanteria.  A questo si aggiunge anche una lamentata scarsa collaborazione tra i reparti e un rallentamento nel compilare le schede dei malati che, spesso, vengono rimandati indietro con conseguenze dal punto di vista diagnostico sotto gli occhi di tutti. Anche il fenomeno migratorio, con decine di pazienti provenienti dall’hotspot, provoca ritardi e sovraffollamenti e, in alcuni casi, non è neanche possibile l’isolamento in sicurezza di persone potenzialmente infettive. I medici si dicono preoccupati per le gravissime criticità in atto e, come detto, non sono da escludere gesti eclatanti come le dimissioni. Nella missiva si suggeriscono alcune soluzioni, alcune delle quali davvero “estreme” che però descrivono la situazione attuale, come l’intervento della Protezione civile con l’allestimento di un Pma, un posto medico  avanzato dove sistemare i pazienti.

di Redazione
Pubblicato il Lug 26, 2023


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