Corruzione tra imprenditori e polizia Metropolitana: arrestato il comandante

Redazione

| Pubblicato il giovedì 09 Dicembre 2021

Corruzione tra imprenditori e polizia Metropolitana: arrestato il comandante

Undici indagati, di cui sette agli arresti domiciliari, nell'operazione dei carabinieri del Comando provinciale di Messina
di Redazione
Pubblicato il Dic 9, 2021

Undici indagati, di cui sette agli arresti domiciliari, nell’operazione dei carabinieri del Comando provinciale di Messina che ha fatto luce su un vasto sistema di corruzione nel settore degli appalti per il ripristino delle strade a seguito di incidenti con danni alla carreggiata o sversamenti di liquidi o altri detriti. Coinvolti pubblici funzionari, compreso il capo della Polizia Metropolitana di Messina, vigili urbani e imprenditori. Gli arrestati sono accusati di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati contro la pubblica amministrazione, contro la fede pubblica e contro il patrimonio. Disposto anche il sequestro di una societa’ a responsabilita’ limitata che si occupava del ripristino delle strade. L’indagine, condotta dai carabinieri della Compagnia di Taormina, coordinati dalla procura di Messina, ha colpito l’organizzazione attiva nella fascia jonica della Provincia di Messina che, attraverso un “collaudato sistema di corruzione”, viene spiegato, tra personale della polizia municipale del Comune di Letojanni e della Polizia Metropolitana di Messina, e imprenditori, gestiva in modo illecito il servizio della messa in sicurezza della viabilita’ a seguito di incidenti, consentendo grandi vantaggi economici al titolare della societa’ posta sotto sequestro che aveva acquisito il monopolio nel settore, e a due dei pubblici ufficiali indagati. Questi ultimi, infatti, attraverso una societa’ creata ad hoc e a loro riconducibile, avrebbero ottenuto ingenti guadagni come corrispettivo “dell’asservimento della loro funzione pubblica agli interessi privati”. Sono indagati in stato di liberta’ anche un dipendente del Comune di Santa Teresa di Riva e il figlio, in quanto il primo avrebbe rivelato al titolare della societa’ indagata delle notizie riservate sulla gara in corso per la stipula della convenzione di ripristino e bonifica stradale presso il Comune di S. Teresa, in cambio dell’assunzione in nero del figlio per circa un anno. L’attivita’ investigativa e’ stata avviata a seguito delle anomalie riscontrate dalla stazione carabinieri di Mongiuffi Melia nelle procedure di ripristino delle condizioni della sede stradale in occasione di un incidente autonomo, con conseguente perdita di gasolio dal veicolo coinvolto, verificatosi nel centro abitato del comune di Mongiuffi – Melia nel gennaio 2019.

A destare il sospetto dei militari dell’Arma e’ stato l’intervento, irrituale in quella circostanza, di una pattuglia della polizia municipale del limitrofo comune di Letojanni, non competente per territorio. Partendo da tale anomalia, attraverso acquisizioni documentali e grazie a una azione di coordinamento delle Stazioni carabinieri presenti sul territorio, si sono resi conto che nella maggior parte degli incidenti con sversamento di liquidi o detriti sul manto stradale, che si verificavano sulle strade del comune di Letojanni (o di alcuni comuni limitrofi), nonche’ sulle arterie provinciali, la ditta individuata per la rimessa in efficienza della carreggiata era nella maggior parte dei casi la Sos Strade srl. Inoltre, dall’acquisizione delle schede d’intervento della societa’, dalla cui analisi si e’ potuto constatare che nella maggior parte degli incidenti gestiti dalla ditta, a intervenire sui luoghi, come esponenti delle forze dell’ordine, erano sempre due appartenenti alla polizia municipale di Letojanni. Sono state peraltro acquisite in modo riservato, nella fase istruttoria, le dichiarazioni rese da un pubblico dipendente circa il funzionamento del sistema per la rimessa in efficienza delle strade comunali. E’ stata cosi’ attuata la normativa nazionale in materia di whistleblowing la quale prevede non solo che il pubblico dipendente che denuncia all’autorita’ giudiziaria condotte illecite, non possa essere sanzionato, demansionato, licenziato, trasferito, ma stabilisce anche che la sua identita’ non essere rilevata fino alla conclusione delle indagini. Gli accertamenti investigativi hanno permesso di svelare che la Sos Strade, per ottenere il recupero dei costi d’intervento presso le rispettive assicurazioni dei conducenti dei mezzi incidentati, aveva delegato ad agire in suo nome un’altra societa’, con sede in Santa Teresa di Riva, la Elta Service, le cui quote risultavano ripartite rispettivamente tra la figlia e la moglie dei due esponenti della polizia municipale di Letojanni. I pubblici ufficiali, compiendo anche atti contrari al loro ufficio, si adoperavano per affidare in modo diretto alla Sos Strade i lavori di pulizia della carreggiata, consentendogli di fatto di avere il sostanziale monopolio nel servizio di rispristino stradale e di bonifica sul territorio di Letojanni. 

Questo meccanismo permetteva in sostanza ai pubblici ufficiali, attraverso la societa’ schermo creata ad hoc (la Elta Service), di ottenere tanti piu’ introiti quanti piu’ erano i sinistri per i quali interveniva la Sos Strade: ad un maggiore numero di interventi su strada, corrispondeva un maggiore numero di pratiche di liquidazione da gestire e di conseguenza un maggiore incasso per la societa’ delegata al recupero crediti. La Sos Strade, quale esecutore materiale delle opere di ripristino stradale, si serviva a sua volta di un’ulteriore societa’ satellite, riconducibile a uno degli imprenditori colpiti dal provvedimento restrittivo, con la quale era legata da un contratto di franchising. Questa societa’ satellite otteneva anche l’affidamento diretto dei servizi di rimozione dei veicoli su strada per il Comune di Letojanni, senza gara pubblica o convenzione. Le indagini hanno permesso di accertare che il meccanismo corruttivo riguardava non solo gli interventi di ripristino delle strade comunali, ma anche di quelle provinciali, con il coinvolgimento del responsabile della Polizia Metropolitana di Messina che si sarebbe adoperato per consentire alla Sos Strade di avere il monopolio nel servizio di ripristino delle sedi stradali nel territorio della citta’ Metropolitana di Messina, contribuendo ad assegnare gli interventi per il ripristino delle strade alla societa’ indagata mediante chiamata diretta. Si sarebbe attivato anche per ottenere in favore di tale societa’ i dati e i documenti necessari per consentire il recupero del compenso per i vari interventi, nonche’ redigendo moduli d’intervento falsi per consentire la liquidazione dei costi d’intervento, in cambio di vantaggi, anche piccoli, regali una macchinetta del caffe’, un telefono cellulare e mobili per l’ufficio) e nella promessa dell’assunzione della figlia. Eseguita una perquisizione con contestuale informazione di garanzia nei confronti ulteriori 4 persone (tra cui il rappresentante legale protempore della societa’ posta sotto sequestro), che risultano indagate in stato di liberta’ a vario titolo per i medesimi reati. Tra di loro figura l’amministratore di fatto di una societa’ della provincia di Cosenza che avrebbe versato un assegno di oltre 2 mila euro sotto forma di sponsor per un convegno organizzato dalla societa’ Elta Service, finalizzato invece ad indurre gli esponenti della polizia locale di Letojanni a rendersi disponibili alla conclusione di accordi illeciti per la fornitura di dispositivi di controllo della velocita’ degli autoveicoli (autovelox). L’operazione, scattata all’alba, ha impegnato oltre 100 Carabinieri del Comando Provinciale di Messina, impiegati anche nelle provincie di Catania e Cosenza.

di Redazione
Pubblicato il Dic 9, 2021


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