Nell’ambito di articolate attività di indagine coordinate dalla Procura della Repubblica – Direzione distrettuale antimafia, i militari del comando provinciale della Guardia di finanza di Catania, con la collaborazione e il supporto del Nucleo Investigativo centrale della Polizia penitenziaria, hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Catania nei confronti di 16 soggetti, sottoposti a indagine, a vario titolo, per i reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanza stupefacente nel carcere di Augusta – Brucoli, oltre che per associazione per delinquere finalizzata all’indebito procacciamento di apparati telefonici per i detenuti della stessa casa circondariale e, infine, per corruzione di pubblici ufficiali per atti contrari ai doveri di ufficio.
Gli arrestati sono: Buda Giovanna, nata a Catania l’11/12/1989; Buda Rosaria, nata a Catania il 02/11/1984; Muntone Dario Giuseppe, nato a Catania il 03/09/1985; Pedone Michele, nato a Taranto il 16/09/1970; Ricciardi Luciano, nato a Catania il 06/03/1990; Buremi Sebastiano, nato a Lentini (SR) il 19/06/1994; Castro Piero Orazio, nato a Catania il 23/02/1993; Ferlito Francesco, nato a Catania il 16/07/1978; Genesio Giuseppe, nato ad Avola (SR) il 23/06/1988; Maccarrone Francesco, nato a Catania il 03/07/1973; Milone Eros, nato a Lentini (SR) il 03/11/1998; Riolo Santo, nato a Catania il 15/02/1982; Sanfilippo Michael, nato a Catania il 12/10/1999; Sapienza Simone Alfio, nato a Militello in Val di Catania il 17/101998; Scattamagna Fabiano, nato a Siracusa il 24/07/2000; Cusumano Michael, nato a Catania il 9 ottobre 2001 (arresti domiciliati).
Nel dettaglio, l’attività d’indagine, svolta dai finanzieri del Nucleo Pef di Catania – Gruppo tutela economia, in stretto collegamento con il Comando della Polizia penitenziaria in servizio presso lo stesso Istituto penitenziario di Augusta, ha consentito di fare luce su una ramificata organizzazione criminale attiva tra Catania e Augusta, finalizzata al reperimento e allo spaccio di sostanza stupefacente di varia tipologia (cocaina, marijuana, hashish e skunk) tra i detenuti del predetto istituto di pena, oltre all’illecita immissione e consegna, a favore degli stessi soggetti reclusi, di telefoni cellulari e apparecchi per la comunicazione.
In particolare, le investigazioni, iniziate a settembre del 2020, hanno permesso di: appurare, in primo luogo, che l’associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti è stata promossa da due soggetti detenuti nel carcere di Augusta, Dario Giuseppe Muntone e Luciano Ricciardi, i quali, attraverso telefoni cellulari illegalmente introdotti nella casa circondariale, hanno diretto le attività dei sodali all’esterno – volte al reperimento, al deposito e al trasporto di diverse tipologie di sostanza stupefacente – oltre che provveduto a organizzare la materiale, illecita introduzione delle sostanze in carcere e a gestire la cassa comune dell’associazione criminale;
individuare, all’esterno della casa circondariale, gli altri partecipi dell’associazione, i quali hanno organizzato un articolato e ben definito sistema per acquistare, nascondere, confezionare, trasportare e infine introdurre in carcere lo stupefacente e gli apparati di comunicazione.
In particolare, Michael Cusmano si è attivato per l’acquisto, presso alcuni fornitori (Santo Riolo e Michael Sanfilippo) delle partite di stupefacente, che poi veniva custodito e confezionato in dosi, pronte per lo smercio, da Rosaria Buda.
Acquistato lo stupefacente, Michele Pedone – Sovrintendente della Polizia penitenziaria, in servizio presso il carcere di Augusta – aveva il compito, dietro compenso, del trasporto e dell’introduzione della droga nella stessa casa circondariale mentre Giovanna Buda ha garantito, d’intesa con i predetti sodali, il costante approvvigionamento di telefoni cellulari e sim card, oltre che i relativi accessori, per la successiva introduzione in carcere, sempre a cura dello stesso Pedone. A tale riguardo, poiché le indagini hanno evidenziato che Pedone, nell’esercizio della sua funzione di pubblico ufficiale, ha ricevuto somme di denaro per il trasporto e l’illecita introduzione della droga e degli apparecchi telefonici nel carcere di Augusta, a lui – e tutti i menzionati appartenenti all’associazione criminale quali corruttori – è stato contestato il reato di corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio. Lo stesso Pedone – individuato anche grazie al contributo fornito dal gruppo di comando del carcere di Augusta – godeva all’interno dell’istituto di connivenze e coperture sulle quali sono in corso ulteriori accertamenti.
Una volta introdotti in carcere i diversi quantitativi di stupefacente – sono state acquisite evidenze di 5 consegne di droga – i citati Muntone e Ricciardi hanno provveduto a cederlo, dietro pagamento, ad altri reclusi (Sebastiano Muremi, Simone Sapienza, Giuseppe Genesio, Fabiano Scattamaglia, Eros Milone, Francesco Maccarrone e Francesco Ferlito), i quali, a loro volta, lo hanno rivenduto ad altri detenuti.
In esito alla complessa e articolata attività di indagine del Nucleo Pef della Guardia di finanza di Catania, il Giudice per le indagini preliminari presso il locale Tribunale, su proposta di questo Ufficio, ha pertanto emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 16 soggetti – sottoposti a indagine, a vario titolo, per associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanza stupefacente nel carcere di Augusta e associazione per delinquere finalizzata alla corruzione di pubblici ufficiali e all’indebito procacciamento di apparati telefonici.
Bastava spendere da un minimo di 150 euro per un telefonino di vecchia generazione sino a 500 per uno smartphone con Sim rigorosamente intestata a un immigrato da utilizzare e poi distruggere. Era uno degli affari scoperti da un gruppo criminale all’interno del carcere di Augusta da militari della Guardia di finanza nell’ambito di una inchiesta culminata con 16 arresti. L’altro affare era il traffico di droga: cocaina, marijuana, hashish e skunk. L’indagine della guardia di finanza di Catania e’ stata avviata su indicazione di un pentito di mafia che ha raccontato cio’ che avveniva nel carcere di Augusta-Brucoli: scoperta una scheda prepagata al cui interno vi erano 25 mila euro e che veniva utilizzata dalla compagna e dalla cognata di uno dei indagati per gli “affari” dentro il carcere: entrambe sono state arrestate (Rosaria e Giovanna Buda). Ogni introduzione nel carcere all’organizzazione costava mille euro: settecento destinate al sovrintendente della polizia penitenziaria corrotto, tra gli arrestati, e 300 al giovane che portava droga e telefonini nel carcere. Le consegne ai detenuti il sovrintendente Michele Pedone li effettuava nell’infermeria a detenuti che fingevano di sentirsi male. Droga e telefonini erano nascosti in giubbotti imbottiti.