In uno sviluppo dell’inchiesta condotta dalla Procura di Potenza sull’ex procuratore capo di Taranto, Carlo Maria Capristo, sono state disposte nuove misure cautelari in un filone riguardante l’ex Ilva di Taranto per presunti favori ad un imprenditore nei rapporti di lavoro con l’azienda siderurgica. Coinvolto l’avvocato Piero Amara, finito in carcere.
L’indagine nasce dal fascicolo, di cui la Procura di Potenza è competente per il coinvolgimento di magistrati, che portò all’arresto di Capristo il 19 maggio dello scorso anno quando l’ex procuratore capo della Procura jonica finì ai domiciliari con l’accusa di presunte pressioni a due magistrati insieme a tre imprenditori e ad un poliziotto.
Per questa vicenda è iniziato il processo al Tribunale di Potenza.
Amara è al centro pure dell’inchiesta della Procura di Milano sul cosiddetto “falso complotto Eni”: ai magistrati lombardi l’avvocato siciliano rilasciò dichiarazioni sulla presunta loggia Ungheria.