Patrizia Russo, uccisa nel sonno dal marito: al via il processo a Giovanni Salamone

Redazione

| Pubblicato il martedì 22 Aprile 2025

Patrizia Russo, uccisa nel sonno dal marito: al via il processo a Giovanni Salamone

di Redazione
Pubblicato il Apr 22, 2025

A sei mesi di distanza da quel drammatico 16 ottobre si è aperto il processo a carico di Giovanni Salamone, il sessantunenne agrigentino accusato di aver ucciso a coltellate la moglie – l’insegnante Patrizia Russo – in un appartamento di un piccolo paese alle porte di Alessandria. Salamone, attualmente detenuto nel carcere di Genova, era presente in aula. Deve rispondere del reato di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e dall’aver agito contro la coniuge. C’era anche Giuliana, una dei due figli della coppia, tra i banchi dell’aula del Palazzo di Giustizia davanti i giudici della Corte di assise. Insieme al fratello Francesco si è costituita parte civile tramite gli avvocati Maria Luisa Butticè e Anna Maria Tortorici. Entrambi i figli testimonieranno al processo a carico del padre. La difesa dell’imputato, rappresentata dagli avvocati Elisabetta Angeleri e Gianfranco Foglino, potrebbe chiedere una perizia psichiatrica per accertare l’eventuale capacità di intendere e volere dell’uomo al momento dei fatti insistendo nel sentire alcuni testimoni sulle condizioni di Salamone nei giorni immediatamente precedenti al delitto. Il pm Andrea Trucano ha depositato la documentazione relativa agli atti di indagine. Si torna in aula il 12 maggio. 

Un dramma tutto agrigentino quello che si è consumato tra le mura domestiche alle prime luci dell’alba del 16 ottobre scorso. I protagonisti di questa tragedia sono volti noti ad Agrigento. La vittima, Patrizia Russo, stimata insegnante: amava il suo lavoro, disponibile con tutti, sempre sorridente. In molti la ricordano per le sue esperienze prima alla scuola media “Castagnolo” di Agrigento e poi all’istituto “Andrea Camilleri” di Favara. Quel lavoro che l’ha portata poi a trasferirsi a Solero. Anche Giovanni Salamone è conosciuto nella Città dei templi: agricoltore e commerciante di prodotti della terra con la passione per l’ambiente, da anni era uno degli attivisti, impegnato sul fronte di Punta Bianca, dell’associazione ambientalista Mareamico. Nel 2020 aveva anche tentato la carriera politica, candidandosi al Consiglio comunale senza successo. 

Un delitto efferato il cui movente è ancora oggi un mistero. Salamone, dopo una notte insonne, si arma di un coltello da cucina e colpisce Patrizia con almeno sette fendenti. Per la donna non c’è stato niente da fare. È stato lo stesso marito, dopo essersi cambiato, a chiamare i carabinieri: “Venite, ho ucciso mia moglie”. Salamone, arrestato e portato in carcere, tentò il suicidio alla seconda notte trascorsa in cella venendo salvato in extremis dagli agenti della penitenziaria. Giovanni e Patrizia sono sempre stati descritti da chi li conosceva come una coppia affiatata e senza particolari problemi. La procura, invece, non ha dubbi e contesta all’imputato l’aggravante dei futili motivi. I carabinieri, durante le indagini condotte in questi mesi, hanno scavato nel passato di Salamone in cerca di possibili moventi: dalle cartelle esattoriali alla mancata restituzione di un presunto prestito fino ad un procedimento a suo carico, concluso con il proscioglimento, per ricettazione di arance. Tutti elementi che adesso dovranno necessariamente passare al vaglio del dibattimento.

di Redazione
Pubblicato il Apr 22, 2025


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