“Io ho un sogno. Quello di dare la possibilità ai miei concittadini malati di tumore di potersi curare a Lampedusa, dove è possibile. Ovviamente con la piena consapevolezza di essere su un’isola piccola, sapendo quindi che non possiamo pensare di avere super strutture sanitarie”. Filippo Mannino, sindaco di Lampedusa, racconta le difficoltà di assistenza sanitaria nell’isola siciliana nel suo intervento all’incontro ‘Costruire una sanità equa’, oggi al ministero della Salute a Roma, dedicato all’impegno dell’Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e per il contrasto delle malattie della povertà (Inmp) che a Lampedusa opera da tempo anche con una postazione del 118 medicalizzata. Per Mannino sarebbe di grande importanza per i pazienti oncologici dell’isola avere la possibilità di fare “radioterapia o chemioterapia in loco, per alcune casistiche. E’ una richiesta che ho prospettato al ministro della Salute, l’ho prospettato al direttore generale dell’Inmp, Cristiano Camponi e ne stiamo parlando anche con il Dg dell’Asp di Palermo.. Insomma, speriamo di poterci riuscire. Sono convinto che se in qualsiasi territorio si creano dei servizi, tutti ne beneficiano. Se invece si consente che ci siano delle aree dove lo Stato non arriva, dove non si creano servizi, questo rende tutti più insicuri”, ha aggiunto Mannino sottolineando le particolari difficoltà di assistenza per i suoi cittadini. “Lampedusa – ha evidenziato – rappresenta un mondo a sé, non vive le problematiche del resto d’Italia perché è l’isola più distante dalla penisola italiana, noi siamo più vicini all’Africa che alla Sicilia e questo comporta tutta una serie di problematiche. Quando ad esempio in Italia si parla di incremento dei costi, da noi lievitano ulteriormente perché c’è la distanza geografica, c’è il trasporto, costo che incide quasi esclusivamente sul cittadino. Da noi non è possibile nascere come in altri luoghi. E se pensi di mettere al mondo un bambino lo devi programmare, ma lo devi programmare innanzitutto economicamente perché ti devi trasferire un mesetto prima in città, affittarti la casa, portarti l’accompagnatore, rinunciare al lavoro e quindi organizzarti economicamente”.
| Pubblicato il lunedì 09 Dicembre 2024