Come scrisse Papa Giovanni Paolo II nella “Lettera agli artisti” del 1999, “per trasmettere il messaggio affidatole da Cristo, la Chiesa ha bisogno dell’arte. Essa deve infatti rendere percettibile e, anzi, per quanto possibile, affascinante il mondo dello spirito, dell’invisibile, di Dio”. Va collocata in quest’ottica Eteria, la mostra di Andrea Chisesi promossa dal Comune di Catania con la collaborazione di Materiarte, inaugurata al Palazzo della Cultura della citta’ etnea giovedi’ 16 giugno, con la volonta’ di reinterpretare in chiave contemporanea le figure di alcuni tra i piu’ noti Santi e martiri venerati in Sicilia: da Santa Lucia a Sant’Agata, da Santa Rosalia a San Sebastiano, solo per citarne alcuni. Curata da Marcella Damigella e Giuseppe Stagnitta, la mostra propone immagini iconografiche di Santi legati a culti religiosi siciliani e sara’ visitabile fino al prossimo 16 ottobre, dal lunedi’ alla domenica dalle 9 alle 19, con ingresso libero.
Di diretta derivazione dal greco antico, Eteria significa “associazione di compagni che agisce per un bene piu’ grande, al di sopra della volonta’ altrui”. In tal senso Chisesi ha concepito una serie di opere dedicate alla “fabbrica dei santi” – come la definisce il curatore Giuseppe Stagnitta – che vengono rappresentati iconicamente attraverso la loro immagine stampata e cioe’ i “Santini”. L’artista ripercorre le immaginette votive e, pur rimanendo fedele alle secolari simbologie di ogni icona, rielabora le loro immagini utilizzando i segni della nuova societa’ contemporanea per darne una visione piu’ critica e realistica; per esempio le sante sono tutte adolescenti del nostro tempo, come afferma Chisesi: “…erano bambine ribelli, ma proprio il dissenso dovuto agli ideali di cui sono state portatrici, e’ costata loro la vita”. Si tratta di un lungo percorso che parla di patriarcato, di violenza, di diritti negati, di mancanza di sentimenti, di vite delle figlie che diventano solo merce di scambio per l’arricchimento, un’Eteria appunto. Non a caso il percorso espositivo si conclude con un’opera estremamente attuale, che spinge il visitatore a riflettere sul martirio come fenomeno non solo religioso, ma anche sociale: il caso della giovane Saman Abbas, ragazza pakistana scomparsa nel reggiano. Chisesi utilizza vari tipi di supporti, tele, cartelli stradali e cartone che vengono preparati con gesso di Bologna, acrilici, giornali o manifesti strappati dalla strada, stratificazioni di pitture e foglia oro, con l’obiettivo di creare una texture capace di accogliere l’immagine fotografica che sceglie di fondere solo dopo aver completato quella che definisce preparazione. (ANSA).