“Agrigento deve restare fedele alla propria natura di terra libera e ingegnosa, aperta al dialogo e all’incontro di civiltà affratellate in una medesima koinè, nelle fervide quinte del nostro teatro globale, in cui ogni giorno uomini e donne scrivono frammenti di una storia nuova. Soltanto tornando a riflettere sulla propria identità, sui percorsi attraverso i quali essa si è formata, sui processi che l’hanno plasmata e sulle stratificazioni che ne hanno arricchito la linfa vitale, è possibile raggiungere quella consapevolezza di sé necessaria a rispecchiarsi nelle altre culture. È questo lo spirito che ha animato la candidatura di Agrigento a Capitale italiana e aggiungo Capitale mediterranea della Cultura”. Lo ha detto il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, nel suo intervento al Teatro Pirandello per l’apertura di Agrigento Capitale della Cultura 2025. “Da questa sensibilità è disceso un palinsesto che guarda avanti, improntato all’innovazione, alla ricerca, alla tecnologia, orientato al coinvolgimento delle giovani generazioni, nell’abbattimento delle barriere architettoniche e cognitive, al miglioramento dell’accessibilità al patrimonio, alla promozione dell’imprenditorialità e della sostenibilità nei settori culturali e creativi. Con il benefico effetto di accrescere i flussi turistici, certo, ma soprattutto con l’obbligo morale di rafforzare la partecipazione pubblica e la coesione sociale di una comunità che deve ritrovare fiducia, ottimismo, concordia”, ha aggiunto Giuli.
“Agrigento può finalmente interpretare il senso di una memoria continentale euro-africana condivisa e farne il fermento di un ritrovato benessere individuale, di crescita collettiva, contribuendo allo scopo armonioso di uno sviluppo del territorio e della coscienza di civile di chi lo abiterà dopo di noi”. E’ quanto ha detto il ministro della Cultura Alessandro Giuli ad Agrigento. “Il filosofo agrigentino Empedocle ci ricorda che la parola ‘ospite’ racchiude in sé il duplice significato che l’insigne linguista Ottorino Pianigiani così riassume: ‘Chi è l’ospite? L’ospite è quegli che riceve il forestiero e gli dà cibo, per benevolenza e umanità. E poi il forestiero medesimo, che è alloggiato e protetto”. Ma dove avviene questo? Se non nella forte rocca di cui parla Empedocle, la rocca dell’amicizia italiana, siciliana, agrigentina, che vince ogni discordia e si fa veicolo di civiltà, seguendo i principi di ordine e di giustizia”, ha concluso Giuli.