Sara’ risarcito della somma ‘scomparsa’ dal suo conto corrente un da Poste Italiane un risparmiatore catanese che aveva contestato tre prelievi da lui mai eseguiti e che aveva presentato denuncia contro ignoti per truffa informatica. Lo ha deciso dal collegio di Palermo dell’Arbitro Bancario Finanziario che, accogliendo il ricorso dell’associazione consumatori Adoc di Catania, ha disposto la restituzione di 1.539 euro al cliente e il pagamento di 200 euro alla Banca d’Italia come contributo alle spese della procedura. Nella memoria all’Arbitro Bancario l’Adoc aveva evidenziato come il correntista avesse presentato inutilmente reclamo a BancoPosta contestando che “nessuna firma digitale e’ stata confrontata con quella depositata”.
Il collegio arbitrale, respingendo i motivi di opposizione illustrati da Poste Italiane, ha motivato che “la parte resistente non fornisce alcuna prova in ordine alla corretta autenticazione delle singole operazioni contestate”. Per la presidente Adoc e segretaria della Uil di Catania, Enza Meli, e’ una “bella notizia” perche’ “grazie alla nostra associazione sono state riconosciute le ragioni di un risparmiatore, costretto per mesi a una lunga e inutile richiesta di tutela da parte dell’ente di cui e’ correntista”.