PALERMO (ITALPRESS) – Nel tradizionale incontro di fine anno, il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani ha ricevuto, nella sala “Maria Mattarella” di Palazzo d’Orléans, a Palermo, i giornalisti. Nel suo intervento, Schifani ha innanzitutto riconosciuto il ruolo centrale dell’informazione, impegnata nelle ultime settimane a seguire l’iter di approvazione della Finanziaria regionale all’Ars.
Da qui, il passaggio al quadro economico-finanziario della Regione, che – secondo il presidente – evidenzia segnali di consolidamento e crescita. I dati illustrati dal governatore parlano di conti pubblici risanati, con l’azzeramento del disavanzo e la formazione di un avanzo superiore ai due miliardi di euro, accompagnati dall’incremento delle entrate tributarie, dall’aumento dell’occupazione e dalla significativa riduzione del ricorso alla cassa integrazione. Indicatori che collocano la Sicilia al primo posto tra le regioni italiane per crescita del Pil.
“La Sicilia cresce – ha detto Schifani – e i dati economici sono molto incoraggianti: aumentano le entrate, cresce l’occupazione e migliora il Pil della nostra Regione. Lo certificano le società di rating e i report di istituti e centri studi, che com’è noto non fanno sconti a nessuno, e testimoniano lo stato di salute della nostra finanza regionale. Le entrate tributarie sono passate in tre anni da 12 a 15 miliardi, con un aumento complessivo di 3 miliardi di euro. L’occupazione è cresciuta del 10%, come confermato anche dall’Istat, e la cassa integrazione è scesa contestualmente dai 13 milioni del 2022 ai 7 milioni del 2024″.
Nel bilancio tracciato dal presidente, un ruolo di primo piano è stato attribuito a Irfis, la finanziaria regionale, definita uno strumento strategico dell’azione di governo per il sostegno alle famiglie e per il rilancio del sistema produttivo. “Voglio sottolineare, in particolare, il ruolo svolto da Irfis – ha aggiunto – che si è confermata in questi anni uno strumento centrale dell’azione di governo per le politiche economiche di sostegno alle famiglie e per il rilancio delle imprese con più di mezzo miliardo di euro investiti”.
Schifani ha inoltre rivendicato la continuità amministrativa: “Occorre essere onesti politicamente e personalmente, e riconoscere che abbiamo ereditato un trend positivo dal precedente governo Musumeci e noi lo abbiamo portato avanti attraverso una politica liberale e destinando risorse su opere e interventi strategici”. Ampio spazio è stato riservato anche alle misure contenute nell’ultima Finanziaria regionale, pensate – secondo il presidente – per accompagnare la fase espansiva dell’economia isolana e favorire l’occupazione, a partire dagli interventi sul South working e sulla decontribuzione per le imprese. Non è mancato, tuttavia, un passaggio critico: “L’unica amarezza – ha commentato – è lo stralcio dell’articolo 31, che prevedeva un intervento di 10 milioni a fondo perduto per la riduzione dei costi di esportazione delle imprese siciliane e che avrebbe contrastato l’aumento dei dazi americani. Sono amareggiato perché non ne comprendo la logica”.
Un rammarico mitigato dai dati più recenti: “Per fortuna i dati di Confartigianato di ieri ci confortano e ci lasciano sereni, ma io non mi voglio fermarmi a questi numeri incoraggianti, voglio spingere ulteriormente questa crescita dell’economia che noi abbiamo avviato in questi anni”. Nel confronto con i cronisti, Schifani ha affrontato anche due delle principali criticità ancora aperte per la Regione: il ciclo dei rifiuti e l’emergenza idrica. Sul primo fronte, ha ricordato l’adozione del piano regionale e l’avvio delle procedure per la realizzazione di due termovalorizzatori a Palermo e Catania, con Invitalia incaricata di gestire le gare.
“A febbraio i progettisti dovrebbero consegnarci lo schema orientativo affidabile degli impianti”, ha spiegato, sottolineando che “si tratta di due infrastrutture che miglioreranno la qualità della vita dei siciliani perché garantiranno più igiene, meno discariche e meno infiltrazioni da parte della criminalità organizzata”.
Quanto alla crisi idrica, il presidente ha rivendicato gli interventi messi in campo per incrementare la disponibilità di acqua in rete e delineato una strategia di medio periodo: “Contiamo entro due anni di completare questo modello di emergenza. Abbiamo trovato una Sicilia con delle dighe abbandonate da vent’anni e quindi il lavoro da fare è tanto”, ha detto, annunciando anche il ricorso a nuove soluzioni tecnologiche come i dissalatori, già pronti in diversi Comuni e in programma anche a Palermo, insieme a una gestione più efficiente della risorsa.
Un ulteriore focus ha riguardato il tema della sicurezza. Schifani ha annunciato che “a settembre il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi inaugurerà la nuova Control room della Regione Siciliana per fronteggiare la criminalità e prevenire gli incendi boschivi attraverso sistemi satellitari”, ricordando inoltre lo stanziamento di 15 milioni di euro a favore dei Comuni per l’installazione di nuovi impianti di videosorveglianza, con la disponibilità ad aumentare le risorse.
In chiusura, il presidente ha affrontato la questione della sanità, con particolare riferimento alle liste d’attesa e ai criteri di nomina dei vertici delle aziende sanitarie. “Senza dimenticare che il nostro sistema sanitario vanta delle eccellenze strutturali e nel personale”, ha affermato, “credo che il meccanismo di nomina dei direttori generali, e a cascata quello dei direttori sanitari e amministrativi, negli anni non abbia funzionato”.
Una critica netta al passato: “La politica ha invaso la gestione della sanità, riducendo la qualità del servizio. È un fatto difficilmente contestabile”. Da qui la scelta di istituire una commissione esterna: “Ho voluto istituire una commissione esterna che avrà il compito di indicare al governo una terna di nomi di altissima qualità all’interno della quale verrà scelto il vincitore. È un meccanismo che, sono sicuro, limiterà al minimo l’ingerenza della politica”.
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