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Morto suicida il migrante aggredito 15 giorni fa a Ventimiglia da due siciliani

Era stato aggredito il 9 maggio a Ventimiglia, forse dopo aver cercato di prendere qualcosa in un supermercato, e preso a bastonate da tre italiani (due siciliani originari di Agrigento, di 28 e 39 anni, e uno di 44 anni, originario di Palmi): poco più di dieci giorni dopo, nella notte tra sabato e domenica, il giovane di 23 anni originario della Guinea si è tolto nel Cpr di corso Brunelleschi a Torino.

Si trovava in isolamento, è stato spiegato, per motivi sanitari a tutela della salute degli altri ospiti: lui, invece, si è impiccato usando le lenzuola in dotazione nella sua camera.

La Polizia di Imperia ci aveva messo meno di 24 ore a individuare le tre persone che avevano aggredito e picchiato a bastonate l’immigrato di origini africane in via Ruffini, nel pieno centro di Ventimiglia, proprio dietro al municipio e alla caserma della Polizia di Frontiera. Meno di 24 ore per raccogliere le testimonianze, per guardare i filmati del circuito di sorveglianza del supermercato e della caserma della Polizia di Frontiera e per identificare e andare a prendere i tre che, nel video amatoriale rimbalzato su centinaia di profili Facebook e altri social, prendevano a bastonate il ragazzo. I tre – come anticipato sopra – sono tre italiani, due siciliani originari di Agrigento, di 28 e 39 anni, e uno di 44 anni, originario di Palmi (Reggio Calabria) tutti domiciliati a Ventimiglia. Per quelle bastonate, per quei cazzotti in testa e in faccia, per quei calci all’addome inflitti quando il ragazzo era già a terra sono stati denunciati a piede libero per rispondere del reato di lesioni aggravate.

La Polizia aveva acquisito il video postato sui social, ricostruendo i fatti in base alle testimonianze e alle riprese della videosorveglianza. Il ragazzo, che era irregolare sul territorio nazionale e che era già stato espulso dall’Italia, avrebbe tentato di rubare il telefono cellulare a uno dei tre all’interno di un supermercato che si trova nella zona dell’aggressione.

La reazione non si è fatta attendere: prima i tre hanno affrontato il ragazzo a male parole poi l’hanno seguito e, raccolti un paio di tubi di plastica dura, lo hanno messo con le spalle al muro e hanno cominciato a picchiarlo. In tanti, sentendo le urla, si sono affacciati dai balconi e alle finestre urlando di lasciar stare il ragazzo ma i tre, nonostante il giovane fosse già a terra e non riuscisse a reagire in alcun modo, hanno continuato senza che nessuno li fermasse.

Il ragazzo era stato portato in ospedale a Bordighera e dimesso con prognosi di 10 giorni per lesioni e trauma facciale: si sarebbe dovuto nuovamente procedere all’espulsione, ma il suo gesto ha posto fine alla sua difficile vita.

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Redazione