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Femminicidio Lorena Quaranta, disposta perizia psichiatrica su ex fidanzato

La Corte di Assise di Messina ha disposto una perizia psichiatrica su Antonio De Pace, infermiere calabrese accusato di aver ucciso la sua fidanza – Lorena Quaranta, aspirante medico di origine di favarese – con cui conviveva in una casa a Furci Siculo, a pochi giorni dal primo lockdown.

I giudici hanno affidato l’incarico al professor Stefano Ferracuti, ordinario di psichiatria e criminologia della Sapienza di Roma, che ha richiesto sessanta giorni di tempo per depositare il documento.

Nominati anche i periti di parte: la parte civile, rappresentata dall’avvocato Giuseppe Barba, scelto il dottore Domenico Micale di Palermo mentre la difesa del De Pace ha optato per la dottoressa Giusy Fanara. Accolta, dunque, la richiesta dell’accusa rappresentata dal sostituto procuratore Roberto Conte. Si torna in aula il 19 gennaio. 

La vicenda

L’omicidio si consuma all’interno dell’abitazione di Furci Siculo che i due fidanzati condividevano. Dopo un litigio De Pace scatena la furia omicida sulla giovane favarese uccidendola e chiamando subito dopo i carabinieri: “Ho ucciso la mia fidanzata”.

Una confessione che però non ha mai convinto del tutto gli inquirenti messinesi soprattutto in assenza di una indicazione del movente. De Pace in prima battuta ha dichiarato di aver ucciso Lorena perché convinto di aver contratto il Covid-19 a causa sua. Circostanza che però è stata da subito smentita dai tamponi eseguiti ad entrambi che sono risultati negativi.

A chiusura delle indagini la Procura ha pure contestato le aggravanti della premeditazione e dei futili motivi nei confronti di De Pace: secondo gli inquirenti il 28enne avrebbe ideato e pianificato l’omicidio e questo sarebbe dimostrato dal fatto di aver inviato alcuni messaggi ai parenti più stretti manifestando la volontà di trasferire i propri risparmi ai nipoti.

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Redazione