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Agrigento festeggia i 100 anni dell’attore Nino Bellomo

L’anno scorso al Teatro Pirandello al termine della “Bottega del caffè” Michele Placido  era sceso in platea ad omaggiare Nino Bellomo e solennemente gli aveva promesso “Io ci sarò per i tuoi cento anni”.

Ed eccolo qui, Michele Placido, giunto in serata al Caos per abbracciare il centenario Nino Bellomo, suo avventore in “L’uomo dal fiore in bocca” di Marco Bellocchio e suo avvocato in “Uno sguardo dal ponte” di Tennessee Williams.

Bellomo è commosso per questa cerimonia (che somiglia tanto a un “altare per il padre”) che gli ha allestito suo figlio Francesco, anche lui teatrante e non smette di esternare la sua felicità a Salvo La Rosa che lo presenta con la sua giovialità e gli concede la scena che gli viene continuamente rubata dal centenario Bellomo che vuole dedicare poesie al pubblico e rivelare curiosi aneddoti della sua vita. Fra tutti l’avvertimento nel 1941 del vescovo di Agrigento che gli  vietò il finale di una commedia dove lui finiva suicida per amore 

Auguri a valanga via smartphone gli vengono inviati dai colleghi di lavoro a iniziare da Marco Bellocchio, Sabrina Ferilli, Luca Zingaretti, Nino Frassica, Gianfranco Iannuzzo e da  tanti altri presenti come Michele Guardì, Giovanni Moscato e quel che rimane degli attori del fu “Piccolo Teatro pirandelliano” mentre Martina Di Fonte gli canta Nuovo Cinema Paradiso, Tom Sinatra pizzica per lui con frenesia la sua chitarra e il sindaco Franco  Miccichè omaggiandolo di una targa gli rivolge le più belle parole della serata: ”Non festeggiamo il tuo compleanno ma quello che hai fatto in questi cento anni”.

Ma è Lino Banfi che merita la Palma d’oro quando via smartphone lo avverte “Aspettami altri 14 anni così festeggeremo il mio centenario”.  

A suggello della serata l’immancabile torta e la scopertura di uno  straordinariamente somigliante busto scultoreo, opera dell’agrigentino Giuseppe Cacocciola che in varie occasioni si è fatto apprezzare per le sue creazioni d’arte e che va ad aggiungersi a quelle serie “risorse” che dovrebbero dare manforte ad una “Agrigento città della cultura”.

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Diego Romeo