“Il carcere mi ha dato la capacità di introspezione che prima non avevo. Ho voluto far tesoro anche di ciò che ho vissuto lì e ho ridefinito una scala di valori. In cima metto la famiglia. Il mio più grande rammarico, ad esempio, è non esser potuto andare al funerale di mio padre, perché non me lo hanno permesso. Io non sono esente da responsabilità, ho fatto tanti errori e ho pagato per questo. Non ho mai voluto favorire la mafia perché mi fa schifo, ho commesso altri errori ma sono stato perseguito per qualcosa che non ho fatto”. Lo ha detto l’ex presidente della Regione Siciliana, Totò Cuffaro, oggi commissario della Democrazia cristiana nell’Isola, a Catania, nel corso della presentazione del suo libro ‘L’Uomo è un Mendicante che crede di essere un Re’, in occasione della prima giornata della rassegna ‘I salotti della Cultura’.
“Adesso c’è chi non vorrebbe che facessi politica, ma lo tranquillizzo – ha aggiunto Cuffaro -. Sono interdetto e non posso candidarmi ma non sono interdetto dal pensiero, io continuerò a parlare e lo farò come un interesse legato alla mia politica e al mio amore per la Sicilia. Non ho mai smesso di fare politica, neanche in carcere, e continuerò a farlo per il bene di questa terra e dei tanti siciliani”.