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Torna in carcere il boss Alessio Attanasio

Alessio Attanasio, 51 anni, indicato dai magistrati della Procura distrettuale antimafia di Catania come il capo della cosca che porta anche il suo nome (“Bottaro-Attanasio”) è stato nuovamente arrestato, stamattina a Siracusa in esecuzione di un’ordinanza cautelare in carcere firmata dal Gip del Tribunale di Catania, Chiara Di Dio Datola su richiesta della Dda etnea (i sostituti procuratori Alessandro La Rosa e Alessandro Sorrentino, coordinati dal procuratore aggiunto, Ignazio Fonzo).

Attanasio era tornato in libertà la scorsa settimana, grazie ad un provvedimento della Corte d’Appello di Torino, dopo aver scontato venti anni di carcere (ultimo luogo di detenzione casa circondariale di Nuoro).

I pubblici ministeri, con estrema urgenza, hanno depositato richiesta di cattura evidenziando il grado di pericolosità sociale e l’appartenenza, con ruolo verticistico, alla mafia.

L’uomo, venne arrestato nel dicembre del 2002 in compagnia di altre persone in un residence in Sila, in Calabria, per festeggiare il Capodanno mentre non avrebbe dovuto lasciare Siracusa.

Secondo la Dda di Catania sarebbe a capo del clan Bottaro-Attanasio, egemone a Siracusa. Ma dal 2004 venne coinvolto nelle principali operazioni antimafia da cui emergeva il suo ruolo di leader del clan che, secondo gli inquirenti, avrebbe scalato fino ad arrivare al vertice.

Attanasio aveva quindi finito di scontare la pena, ma solo lo scorso febbraio il Gup del Tribunale di Catania lo aveva condannato a 30 anni di reclusione per l’omicidio di Giuseppe Romano, ammazzato in via Elorina a Siracusa il 17 marzo del 2001. Secondo quanto emerso nell’inchiesta sulla scorta delle dichiarazioni dei pentiti, ad agire sarebbero stati in due, Attanasio, indicato appunto dalla Dda di Catania come il capo della cosca Bottaro-Attanasio, e un’altra persona, ormai deceduta, ma il vero obiettivo dei killer sarebbe stato un imprenditore. Il boss ha sempre negato di aver commesso l’omicidio, indicando in un collaboratore di giustizia, tra i suoi accusatori, l’autore del delitto, assieme a un sodale, quest’ultimo ucciso nel maggio del 2002.

Durante la sua detenzione Attanasio ha ottenuto due lauree, una in Scienze della Comunicazione e l’altra in Giurisprudenza. Il boss è sotto processo per un altro omicidio, quello di Angelo Sparatore, ammazzato con sei colpi di pistola calibro 38 nel maggio del 2001 in via Gaetano Barresi, nel cuore della Mazzarrona.

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Redazione