Potrà tornare a lavorare ed occuparsi di appalti pubblici ma con la supervisione di un controllore giudiziario nominato dal tribunale. È quanto disposto dalla sezione misure di prevenzione di Palermo, presieduta dal giudice Ettorina Contino, nei confronti di un’impresa edile di Favara.
La società era stata raggiunta da una interdittiva antimafia emessa dalla Prefettura di Agrigento in seguito ad un coinvolgimento, seppur marginale, nell’inchiesta sul mandamento mafioso di Lucca Sicula. Lo stesso provvedimento era stato adottato peraltro anche nei confronti dell’azienda del figlio salvo poi essere sospeso.
Adesso il tribunale di Palermo, a cui si è rivolto l’avvocato Giuseppe Barba, ha “sospeso” l’effetto dell’interdittiva e la ditta potrà tornare a lavorare ma sotto la supervisione di un controllore giudiziario. Si tratta di un nuovo istituto previsto dalla riforma che permette all’impresa di richiedere un “aiuto” dallo Stato qualora si manifesti un pericolo di infiltrazione mafiosa di tipo “occasionale”. Il controllo giudiziario interviene, infatti, lì dove l’infiltrazione sia facilmente “sterilizzabile” mediante un percorso di recupero al fine di gestire patrimoni potenzialmente destinati a finire in mano ai gruppi criminali mafiosi.