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Sequestrati 500 mila euro a esponente cosca di Marsala

Il 16 Aprile 2021, i Carabinieri del Ros e del Comando Provinciale di Trapani hanno dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro dei beni emesso dal Tribunale di Trapani – Sezione Misure di Prevenzione, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia di Palermo, nei confronti di Michele Lombardo, tratto in arresto dal Ros nell’ambito dell’indagine Visir il 10 maggio 2017 e condannato dalla Corte d’Appello di Palermo a 8 anni e 20 giorni di reclusione per l’appartenenza all’articolazione di cosa nostra operante nel territorio del mandamento di Mazara del Vallo – famiglia di Marsala.

Il provvedimento trae origine dalle attività condotte dal ROS in direzione del mandamento di Mazara del Vallo e della sua pericolosa articolazione territoriale rappresentata dalla famiglia mafiosa di Marsala, quest’ultima al tempo capeggiata dall’uomo d’onore Vito Vincenzo Rallo ed operante secondo le espresse direttive del latitante Matteo Messina Denaro.

Le indagini sull’aggregato mafioso hanno documentato gli assetti di vertice ed i delitti perpetrati dagli esponenti della citata famiglia mafiosa, fornendo importanti elementi sul suo collocamento baricentrico nelle relazioni criminali tra le province di Trapani e Palermo, nonché rilevanti riscontri sulla costante operatività del citato latitante.

Mafia, sequestrati 500 mila euro a esponente cosca di Marsala

Detti elementi, che hanno già permesso l’emissione di condanne per oltre 173 anni di reclusione nei confronti dei diversi imputati, hanno consentito di documentare che Michele Lombardo, in qualità di affiliato a cosa nostra trapanese, attraverso rapporti privilegiati e fiduciari con numerosi esponenti anche di vertice della famiglia Marsala e del mandamento di Mazara del Vallo, si occupava della gestione delle attività illecite sul territorio e del mantenimento dei sodali detenuti.Parimenti, tali risultanze hanno delineato il ruolo di rilievo del Lombardo nel sostegno logistico alla latitanza di Antonino Rallo (allora al vertice della famiglia di cosa nostra di Marsala).

L’intervento odierno, scaturito dalle complesse indagini patrimoniali svolte a carico degli indagati che hanno già portato al sequestro con contestuale confisca di altri ingenti patrimoni, sottrae all’aggregato mafioso trapanese una società che opera nel settore dell’edilizia (movimento e trasporto terra), 21 mezzi d’opera e diversi rapporti bancari, per un valore pari a circa cinquecentomila euro.

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Redazione