Assolto per non aver commesso il fatto. Lo ha disposto la Corte di appello di Palermo nei confronti di un commerciante di Sciacca – Massimiliano Mandracchia, 50 anni – accusato di essere uno dei favoreggiatori del boss Accursio Dimino. Cancellata, dunque, la condanna in primo grado a tre anni e sei mesi. Mandracchia era stato arrestato nell’operazione “Passepartout”, inchiesta che ha fatto luce sulla riorganizzazione della famiglia mafiosa di Sciacca guidata dal boss Dimino e sul ruolo dell’ex assistente parlamentare Antonello Nicosia, vera e propria chiave per entrare e uscire dalle carceri italiane e veicolare messaggi tra gli esponenti di cosa nostra. Sia Dimino che Nicosia sono stati condannati in via definitiva rispettivamente a 17 anni e 13 anni di reclusione.
Mandracchia era accusato di essersi messo a disposizione del boss Accursio Dimino veicolando messaggi telefonici tra il capomafia e persone negli Stati Uniti. Dalle indagini era emerso che Dimino volesse proseguire la sua “carriera” anche oltreoceano. La difesa di Mandracchia, sostenuta dagli avvocati Calogero Lanzarone e Antonello Palagonia, ha sempre sostenuto che l’imputato non fosse a conoscenza del contenuto delle comunicazioni e di aver messo a disposizione il suo cellulare perché quello del boss non consentiva le chiamate whatsapp.