La mafia di Villaseta e Porto Empedocle: 7 indagati in carcere, 4 ai domiciliari: 23enne torna libero 

Redazione

| Pubblicato il sabato 21 Dicembre 2024

La mafia di Villaseta e Porto Empedocle: 7 indagati in carcere, 4 ai domiciliari: 23enne torna libero 

di Redazione
Pubblicato il Dic 21, 2024

Sette indagati restano in carcere, altri quattro vanno ai domiciliari con obbligo di braccialetto elettronico mentre un ventitreenne è stato immediatamente scarcerato e rimesso in libertà. Lo hanno disposto i giudici per le indagini preliminari, Giuseppe Miceli e Giuseppa Zampino, nei confronti di dodici persone coinvolte a vario titolo nell’inchiesta sulle famiglie mafiose di Villaseta e Porto Empedocle e su un vasto traffico di sostanze stupefacenti in provincia di Agrigento. 

I gip, pur non convalidando il provvedimento di fermo, hanno disposto la custodia cautelare in carcere per gli esponenti di spicco dei clan. Restano, dunque, in carcere: Pietro Capraro, 39 anni, ritenuto il boss di Villaseta (difeso dagli avvocati Alba Raguccia e Carmelita Danile); Gaetano Licata, 40 anni, braccio destro del primo (difeso dall’avvocato Salvatore Cusumano); Fabrizio Messina, 50 anni, capo della famiglia mafiosa di Porto Empedocle (difeso dall’avvocato Salvatore Pennica). Confermata la custodia in carcere anche per: Domenico Blando, 67 anni, ex favoreggiatore della latitanza di Giovanni Brusca (difeso dagli avvocati Maria Alba Nicotra e Rosaria Palumbo Piccionello); Angelo Tarallo, 44 anni (difeso dall’avvocato Salvatore Tirrinnocchi), Ignazio Carapezza, 33 anni (difeso dall’avvocato Salvatore Pennica) e Alfonso Lauricella, 58 anni, di Agrigento (difeso dall’avvocato Daniele Re). Questi ultimi sono accusati di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Nella giornata di ieri il gip di Sciacca, Dino Toscano, ha convalidato il provvedimento e disposto il carcere per altri due indagati: si tratta di Carmelo Fallea, 50 anni, di Favara, e Francesco Firenze, 40 anni, di Castelvetrano.

Quattro indagati, invece, lasciano il carcere per andare agli arresti domiciliari con obbligo di braccialetto elettronico: si tratta di Cristian Gastoni, 31 anni, di Agrigento; Giorgio Orsolino, 34 anni, di Agrigento; Calogero Prinzivalli, 41 anni, di Agrigento (difeso dagli avvocati Giovanni Castronovo e Riccardo Gueli); Nicolò Vasile, 43 anni, di Agrigento;. I primi tre sono accusati di minaccia aggravata dal metodo mafioso e detenzione di armi. A Vasile, invece, sono contestati i reati di estorsione e rapina aggravati dall’aver agevolato Cosa nostra. 

Scarcerato e rimesso in libertà Samuel Pio Donzì, 23 anni, di Agrigento (difeso all’avvocato Fabio Calogero Inglima Modica). Al giovane viene contestata una estorsione aggravata in concorso ai danni di un noto bar di Porto Empedocle. Il giudice, però, non ha convalidato il fermo dell’indagato e ha anche ordinato l’immediata scarcerazione alla luce della carenza dei gravi indizi di colpevolezza. 

di Redazione
Pubblicato il Dic 21, 2024


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