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Il clan di Villaseta, l’arresto del favarese Fallea e la scoperta del deposito di droga in una carrozzeria 

L’arresto del favarese Carmelo Fallea, bloccato dai carabinieri la scorsa estate a bordo di un furgone con un chilo di cocaina, non è stato un caso. Così come non è stata una coincidenza la scoperta, nemmeno ventiquattro ore più tardi, di un deposito di stupefacenti in una carrozzeria di Agrigento. In quell’occasione – era il 26 luglio – furono rinvenuti e sequestrati ben 3 chili di cocaina e 103 chili di hashish. Oggi il cerchio si chiude. La vicenda emerge con chiarezza nell’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo che ha portato negli scorsi giorni al fermo di trenta persone coinvolte nelle indagini sulla mafia di Villaseta e Porto Empedocle.

Proprio il clan di Villaseta, un tempo guidato dal boss Massimino e oggi invece retto da Pietro Capraro, si è dimostrato molto attivo nel campo degli stupefacenti. Secondo l’attività investigativa, durata circa due anni, la cosca era diventata leader nella vendita di droga in provincia con acquirenti di diverso tipo: dai clan organizzati ai trafficanti che a loro volta rivendevano al dettaglio. È il 25 luglio 2023 quando Carmelo Fallea (condannato per questa vicenda a 4 anni e 6 mesi) viene bloccato dai carabinieri mentre si trova a bordo di un furgone in compagnia del fratello. Poco prima di essere fermato l’uomo getta dal finestrino un pacco al cui interno vi era un chilo di cocaina. In quell’occasione non venne gettata soltanto la cocaina ma anche un cellulare. Le utenze telefoniche, pur essendo intestate a soggetti extracomunitari, sono già sotto controllo da tempo. Per i carabinieri è stato semplice ricostruire i contatti e capire con chi si relazionasse Fallea. E così emerge un fitto scambio di chiamate e messaggi con Gabriele Minio, arrestato anche lui nell’operazione con l’accusa di essere un “uomo d’onore” della cosca di Villaseta. Per gli investigatori è uno straordinario riscontro alle indagini che già da tempo stanno svolgendo.

Neanche ventiquattro ore dopo i carabinieri perquisiscono una carrozzeria di Agrigento che, proprio in quei giorni, risultava essere frequentata da esponenti di vertice del clan di Villaseta quali Pietro Capraro, Gaetano Licata e lo stesso Minio. In una Mercedes parcheggiata nello stabile viene fatta la scoperta: sul tappetino posteriore ci sono 3 chili di cocaina e 2 chili di hashish mentre nel cofano vengono rinvenuti altri 98 chilogrammi di “fumo”. Altri 2.8 chili di hashish verranno ritrovati in un pulmino dismesso in sosta nella carrozzeria. Per gli inquirenti non ci sono dubbi: quello era un deposito di droga utilizzato dalla cosca di Villaseta. 

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Redazione