Una assoluzione e due prescrizioni per i tre poliziotti finiti sotto processo con l’accusa di avere depistato le indagini successive alla strage di via D’Amelio. Sotto processo il funzionario Mario Bo e gli ispettori in pensione Michele Ribaudo e Fabrizio Mattei. Ribaudo e’ stato assolto perche’ il fatto non costituisce reato, per gli altri due il reato e’ prescritto. In aula, ad assistere alla lettura del dispositivo, anche Lucia e Manfredi Borsellino. La procura aveva chiesto 11 anni e 10 mesi per Mario Bo e 9 anni e mezzo ciascuno per Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo.
Questa dunque la decisione del tribunale di Caltanissetta presieduto dal giudice Francesco D’Arrigo, dopo quasi 10 ore di di camera di consiglio. I tre imputati nel ’92, dopo le stragi di Capaci e via d’Amelio, fecero parte del pool investigativo “Falcone e Borsellino”. All’epoca erano stretti collaboratori di Arnaldo La Barbera, capo della squadra mobile di Palermo, deceduto nel 2002. Erano chiamati a difendersi dall’accusa di calunnia aggravata dall’aver favorito Cosa nostra. I tre poliziotti erano accusati di aver contribuito a depistare le indagini su via D’Amelio costringendo l’ex pentito Vincenzo Scarantino, a dichiarare il falso e ad accusare sette persone poi risultate estranee alla strage.
Il tribunale di Caltanissetta ha disposto la trasmissione degli atti alla procura per il falso pentito Vincenzo Scarantino per calunnia e falsa testimonianza, nell’ambito del processo per il depistaggio delle indagini sulla strage di via D’Amelio concluso con un poliziotto assolto e la prescrizione per due.
In aula i pm Stefano Luciani e Maurizio Bonaccorso. Presenti anche i legali di parte civile. I tre imputati erano assistiti dagli avvocati Giuseppe Panepinto e Giuseppe Seminara.