Tenta suicidio in carcere, Gip lo scarcera e manda gli atti a Pm e Dap

Redazione

| Pubblicato il lunedì 03 Marzo 2025

Tenta suicidio in carcere, Gip lo scarcera e manda gli atti a Pm e Dap

di Redazione
Pubblicato il Mar 3, 2025

Il Gip di Catania, Stefano Montoneri, accogliendo la richiesta dell’avvocato Giuseppe Lipera, ha disposto la scarcerazione, per gravi motivi salute, di Cristian Calvagno, 37 anni, arrestato per associazione mafiosa, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, nel novembre del 2024 dalla Polizia nell’ambito dell’operazione Meteora nei confronti di 18 presunti appartenenti a esponenti del clan Santangelo di Adrano e della frangia del clan Mazzei operante in quel territorio.

L’uomo, il 20 gennaio scorso, aveva tentato il suicidio nel carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), dove è detenuto, e la moglie, Cristina Furnari, 36 anni, aveva inviato una ‘implorazione’ al Gip e al Procuratore generale di Catania chiedendo loro di “intervenire” per “il gravissimo stato di salute” del marito che “sta lentamente morendo”. Il Gip ha disposto per Calvagno l’obbligo di dimora nel suo paese d’origine, Biancavilla e l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Il provvedimento del gip di Catania arriva dopo la presentazione di numerose e reiterate richieste da parte del legale dell’indagato, l’avvocato Giuseppe Lipera, con cui sottolineava il grave stato di salute di Calvagno che lo rende incompatibile con la detenzione in carcere.

“Il mio assistito – spiegava il penalista – presenta una condizione psicologica gravissima, in quanto gravemente depresso e con un costante senso di colpa nei confronti del figlio minorenne, molto malato, e per il fatto di non poterlo assistere in maniera adeguata. Anche dal punto di vista fisico aveva subito un aggravamento della sua condizione, avendo perso infatti circa quindici chilogrammi”.

Nel provvedimento il Gip Montoneri segnala che “a questa autorità giudiziaria, nonostante i provvedimenti emessi e gli stessi solleciti anche per le vie brevi, regolarmente annotati dalla cancelleria, è stato impedito di avere piena contezza delle condizioni di salute dell’indagato e dell’andamento dei trattamenti cui era sottoposto” e di “non avere avuto alcun riscontro dal direttore della casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere né dal personale sanitario che vi opera”.

Per questo il giudice ha disposto il “trasferimento del provvedimento e gli atti collegati alla Procura di Santa Maria Capua Vetere e al Dap per le determinazioni di competenza sul direttore del carcere e sul personale sanitario”.

di Redazione
Pubblicato il Mar 3, 2025


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