Il Gip del Tribunale di Agrigento, Francesco Provenzano, ha imposto l’imputazione coatta per il direttore sanitario dell’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento, Antonello Seminerio e del primario di Medicina (all’epoca dei fatti) Giuseppe D’Anna, respingendo una richiesta di archiviazione presentata dalla Procura.
Gli imputati dovranno difendersi dall’accusa di omicidio colposo per avere provocato la morte di un paziente di 83 anni, Carmelo Cimino, morto il 22 ottobre 2015 al “San Giovanni di Dio” (dove era stato ricoverato il 2 settembre di quell’anno) a causa di un batterio, l’Acinetobacter baumannii.
L’ottantatreenne Carmelo Cimino, dopo una serie di accertamenti e cure rivelatesi poco efficaci, moriva, dunque, in ospedale ed i familiari (oggi parti offese) presentarono denuncia e fecero scattare un’inchiesta, corredata da più perizie mediche, che oggi portano a processo Seminerio e D’Anna. Archiviata la posizione di una terza indagata, la neurologa Rosa Maria Gaglio.
Seminerio risponde del reato per non essersi attivato nella qualità di direttore sanitario e predisporre le adeguate verifiche che il caso medico presentava mentre D’Anna perché il Gip ha ritenuto non adeguate al caso le cure somministrate. Il Gip, va detto, evidenzia nel suo provvedimento come altri tre compagni di degenza di Cimino, secondo quanto sarebbe emerso dalle indagini, sono deceduti per la stessa infezione.
Adesso il pubblico ministero dovrà procedere con l’imputazione coatta e chiedere il rinvio a giudizio di Seminerio e D’Anna.