Il tribunale di Marsala ha accolto la richiesta di ammissione al giudizio abbreviato condizionato presentata da Antonino e Vincenzo Luppino, figli dell’imprenditore di Campobello di Mazara Giovanni Luppino, l’uomo che faceva da autista al capomafia e che con lui è finito in manette il 16 gennaio del 2023, accusati di concorso esterno in associazione mafiosa, favoreggiamento e procurata inosservanza della pena. I Luppino, secondo i pm della Dda di Palermo Piero Padova e Gianluca De Leo, avrebbero fornito a Messina Denaro “un aiuto prezioso” per muoversi e spostarsi nel territorio in cui il boss negli ultimi periodi ha vissuto.
I due indagati avevano presentato una prima istanza al gip di Palermo subordinando la scelta dell’abbreviato all’esame di alcuni testimoni, richiesta respinta dal giudice. Diversa la valutazione del tribunale di Marsala a cui i Luppino hanno reiterato la domanda. Il processo comincerà il 9 aprile. I due fratelli, dal 2018 al 2022, hanno abitato a pochi metri dall’ultimo covo del padrino a Campobello di Mazara, condividendo col padre, poi condannato a 9 anni, informazioni cruciali per la gestione della latitanza del capomafia. Ad Antonino Luppino era stato comunicato il numero di uno dei cellulari usati dal boss, Vincenzo Luppino sarebbe andato alla clinica La Maddalena, dove il ricercato era in cura per un cancro, quando questi venne operato, per provvedere ai suoi bisogni.
E ancora Antonino Luppino, insieme al padre, avrebbe scortato Messina Denaro, dopo le dimissioni dalla casa di cura, l’11 maggio, fino a Campobello e insieme al fratello si sarebbe occupato delle riparazioni della auto, una Giulietta, con la quale il capomafia si spostava. I tre Luppino, poi, avrebbero seguito i lavori di ristrutturazione del covo del latitante e il trasloco dei mobili del boss all’ultimo nascondiglio. Vincenzo avrebbe custodito la vecchia cucina che Messina Denaro aveva deciso di non portare nell’abitazione in cui si era trasferito. Infine Vincenzo avrebbe prestato al padre il proprio furgone perché scortasse il latitante mentre attraversava in auto Castelvetrano per passare davanti alle abitazioni dei suoi familiari.