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“Animali di dubbia provenienza messi in commercio”, 15 indagati

La Polizia di Stato – Squadra Mobile e Sezione Polizia Stradale – di Enna ha notificato nr. 15 Avvisi Conclusione Indagini Preliminari –Informazione di Garanzia –Informazione sul Diritto di Difesa emessi dal Sostituto Procuratore della Repubblica presso la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Enna, dott. Domenico Cattano.

Le notifiche sono state effettuate a carico di altrettanti soggetti residenti nei comuni di Enna, Caltanissetta, Catania, Siracusa, Ragusa, Messina ed in quelli calabresi di Reggio Calabria, Catanzaro e Vibo Valentia, tutti indagati a vario titolo per: – concorso in ricettazione e riciclaggio di animali di dubbia provenienza e di marche auricolari e boli endoruminali necessari per l’alterazione della identificazione e contraffazione; – alterazione della identificazione di animali della specie bovina, ovina e caprina ed alla loro commercializzazione sul mercato alimentare con potenziali gravi danni per la salute pubblica; – falsificazione di atti e documentazione sanitaria necessaria per la loro macellazione; – detenzione di animali di dubbia provenienza, di stato sanitario sconosciuto e privi di qualunque documentazione che ne attesti la provenienza; – falsificazione di atti e documenti (dichiarazione di provenienza detto anche Modello 4 o foglio rosa); – spostamento di animali sottoposti a fermo sanitario in violazione dell’art. 650 c.p.; – spostamento di animali senza l’autorizzazione prevista; – detenzione di animali provenienti da sequestro giudiziario.

L’attività ha preso avvio da un controllo su strada effettuato dalla Polizia Stradale di Nicosia: i pattuglianti, al fine di verificare la correttezza dei documenti, hanno proceduto a controllare tutti i capi di bestiame trasportati, riscontrando gravi irregolarità dai cui approfondimenti è scaturita l’indagine stessa che ha dunque permesso di fare luce su un imponente traffico di animali destinati alla macellazione clandestina ed alla successiva commercializzazione delle carni prive di certificazione sanitaria a tutela della salute e della sicurezza pubblica. Il primo controllo su strada, a carico di due trasportatori piemontesi, ha fatto emergere come quest’ultimi trasportassero animali caricati da due soggetti indagati di Agira, mediante il coinvolgimento di un intermediario, con destinazione il Nord Italia.

Le successive attività d’indagine hanno permesso di fare luce sulle connessioni affaristiche tra i due indagati agirini ed anche di rilevare come questi si servissero di altri trasportatori pienamente funzionali al traffico illecito, sia nella forma del trasporto, sia nel traffico di contrassegni identificativi e di boli endoruminali. L’attività d’indagine ha consentito inoltre di rilevare che alcuni degli allevatori indagati operavano sia la macellazione clandestina di animali, sia l’eventuale recupero da essi di boli endoruminali e di contrassegni identificativi, sia la falsificazione dei documenti di trasporto necessari per trasportare gli animali dalla stalla del venditore verso quella del compratore. Il giro d’affari ammonta a migliaia di euro.

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Redazione