Ingenti quantitativi di stupefacente viaggiavano veloci sul binario Palermo-Canicattì. Chili e chili di hashish e cocaina che dal quartier generale palermitano si spostavano in direzione della Città dell’Uva Italia per poi rifornire le piazze di spaccio della provincia di Agrigento. È l’ipotesi della procura della Repubblica di Palermo che ha coordinato un maxi blitz culminato questa mattina con l’arresto da parte della Squadra mobile di 22 persone. Il gip Lirio Conti ha disposto i domiciliari per cinque indagati mentre altri diciassette finiscono in carcere. E tra questi c’è anche Calogerino Sacheli, 49 anni, di Canicattì. L’uomo è accusato di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e di numerosi episodi di detenzione di droga. Insieme a lui, indagato però non raggiunto da alcuna misura, vi è anche C.M.R., 36 anni. Avrebbe coadiuvato il primo nell’acquisto di alcune partite di stupefacente.
Per gli inquirenti, dunque, il ruolo di Sacheli sarebbe tutt’altro che marginale. Anzi, gli viene contestata la partecipazione al presunto gruppo criminale dedito al commercio di ingenti carichi di stupefacenti e in particolare nella qualità “di gestore dei diversi acquirenti nella provincia di Agrigento”. Le odierne indagini sono di fatto la naturale prosecuzione di un’attività investigativa svolta nel 2020 che cristallizzava un fiorente traffico di droga tra le province di Palermo e Agrigento. L’arresto di un corriere nel luglio 2020, inoltre, ha permesso agli investigatori non soltanto di sequestrare 3 chili di hashish ma di estrapolare e sviluppare il contenuto del cellulare in uso all’uomo. Da questo episodio si sarebbe, dunque, aperto un mondo: un filo rosso che collegava una fitta rete di spacciatori, numeri, messaggi, contatti.
Si arriva così alla figura di Giuseppe Bronte, noto trafficante palermitano, ritenuto il capo dell’intera organizzazione e certamente il personaggio con maggiore caratura criminale anche alla luce del suo coinvolgimento in diverse operazioni (“Lampedusa”, “Tiro Mancino”). E sarebbe stato proprio Bronte il fornitore di Sacheli. Numerosi i contatti tra loro così come ingenti sarebbero le partite di droga acquistate. Tra il febbraio e l’aprile 2021 – secondo quanto ricostruito dagli investigatori – almeno sette tra promesse e quelle poi effettivamente concretizzate. Si parla di oltre 25 chili di hashish e 3 chili di cocaina.
Tra gli indagati a piede libero, non raggiunto da alcuna misura poiché non sussistenti le esigenze, vi è anche un trentaseienne di Canicattì. L’uomo avrebbe coadiuvato il Sacheli nell’acquisto di stupefacente da un altro trafficante palermitano. Tre gli episodi contestati in concorso tra l’8 febbraio e il 9 marzo 2021 per quasi 15 chili di hashish.