Due pistole perfettamente funzionanti e pronte per sparare. Un revolver calibro 38, con matricola abrasa e sei colpi, e una semiautomatica Beretta calibro 7.65 con la matricola ben visibile e relativo caricatore. Emergono nuovi dettagli sui quattro arresti eseguiti nella notte di ieri dai poliziotti del commissariato di Porto Empedocle e dagli agenti delle Volanti di Agrigento. In manette quattro agrigentini: si tratta di Danilo Barbaro, 39 anni; Andrea Sottile, 26 anni; Simone Sciortino, 23 anni; Antonio Guida, 19 anni.
Tutti sono accusati di detenzione abusiva di armi, ricettazione e violazione delle norme integrative la disciplina di armi e munizioni. Il controllo è scattato poco prima delle tre del mattino quando la polizia ferma, nei pressi di un noto supermercato di Porto Empedocle, l’auto con a bordo i quattro ragazzi. L’atteggiamento di nervosismo ha immediatamente fatto scattare l’allarme e gli agenti hanno deciso di approfondire. Dalla successiva perquisizione veicolare, estesa poi anche alle abitazioni degli indagati, sono saltate fuori le due pistole. Le armi erano sotto il sedile neanche troppo occultate.
Nei confronti dei quattro indagati è scattato l’arresto e adesso, in attesa della convalida del provvedimento, si trovano in carcere. La procura di Agrigento – con il sostituto procuratore Elenia Manno – ha aperto un fascicolo d’inchiesta. Il pm ha già dato l’ok agli accertamenti tecnici non soltanto sulle armi sequestrate ma anche sui cellulari degli indagati. Bisognerà verificare la provenienza delle armi, se sono state utilizzate per commettere crimini e, infine, capire perche i quattro girassero armati, dove stessero andando e con quali intenzioni. Gli indagati hanno nominato gli avvocati Salvatore Cusumano, Teresa Alba Raguccia, Salvatore Butera e Giacomo Cortese.