I militari della Compagnia carabinieri di Bagheria e del Nucleo speciale di Polizia valutaria della Guardia di finanza di Palermo hanno arrestato 10 persone, in esecuzione di un provvedimento emesso su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Palermo– Sezione territoriale di Palermo. Nove persone sono finite in carcere e una agli arresti domiciliari. Altre 11 sono indagate a piede libero.
Giuseppe Scaduto, 75 anni, già capo del mandamento di Bagheria; Atanasio Alcamo, 45 anni , già imputato per 416-bis; Giovanni Di Salvo, 42 anni , quale capo e organizzatore del sodalizio; l’Avv. Alessandro Del Giudice, 53 anni, in qualità di promotore e procacciatore di clienti; Simone Nappini, 50 anni, per esser stato intermediario e erogatore materiale dei prestiti; Antonino Troia, 57 anni, classe ’64, detto ‘Nino’, Giovanni Riela, 48 anni, Gioacchino Focarino, 69 anni, detto ‘Gino’, Antonino Saverino, 66 anni, detto ‘Nino’, e Vincenzo Fucarino, 74 anni,(agli arresti domiciliari) coinvolti a vario titolo nell’associazione.
L’indagine, iniziata ad aprile del 2018, ha consentito di individuare un gruppo di persone che prestavano soldi con tassi usurai nei comuni dell’hinterland di Palermo, tra Bagheria, Ficarazzi e Villabate. Le vittime venivano avvicinate grazie alle segnalazioni di una funzionaria di Riscossione Sicilia che forniva in modo illegale notizie riservate circa le posizioni debitorie di numerosi soggetti. Una volta individuate le potenziali vittime, l’organizzazione assicurava loro la possibilita’ di ricevere dei prestiti a usura. Alle persone in difficolta’ venivano applicati tassi che variavano dal 143% al 5.400% annuo. A fronte di un prestito di 500 euro, la somma da restituire in soli 4 giorni diventava di 800 euro. Le vittime sarebbero state costrette a restituire le somme con la violenza o le minacce tipiche del metodo mafioso.
Queste le dichiarazioni del comandante della Compagnia Carabinieri di Bagheria, cap. Francesco Battaglia