La procura di Agrigento, con il pm Gaspare Bentivegna, ha notificato l’avviso di conclusione indagine nei confronti di due imprenditori agrigentini, adesso indagati – a vario titolo – per le ipotesi di reato di dichiarazione fraudolenta mediante l’uso di fatture per operazioni inesistenti, indebita compensazione e per aver impiegato un immigrato privo di permesso di soggiorno. A finire sotto inchiesta anche le due società amministrate dagli imprenditori. Si tratta di Luca Di Piazza, 41 anni, di San Giovanni Gemini, legale rappresentante della “Dpv Montaggi srl” e Giuseppe Vitello, 48 anni, di Favara, amministratore della “Tutela ambiente srl”.
Al centro dell’inchiesta la dichiarazione dell’Iva che i due imprenditori hanno presentato nel 2020 facente riferimento all’anno precedente. Secondo gli inquirenti Di Piazza e Vitello avrebbero indicato elementi passivi fittizi, attraverso l’utilizzo di fatture per operazioni che secondo gli inquirenti sarebbero inesistenti, al fine di evadere l’imposta sul valore aggiunto. In particolare, il primo per un imponibile pari a 48.882,96, euro e Iva pari a 10.107, 24; il secondo, invece, per un imponibile pari a 15.473,32 e Iva pari a 15.807 euro relativa al 2020 mentre 71.852,64 euro di imponibile e Iva pari a 3.404 euro per l’anno precedente. A Di Piazza viene contestato anche il reato di indebita compensazione per non aver versato le somme dovute utilizzando crediti inesistenti per un importo pari a 68.770 euro nel 2022 e pari a 100.399 euro per nel 2023. All’imprenditore Vitello, invece, viene contestata anche una violazione sul testo unico dell’immigrazione per avere impiegato alle sue dipendenze un lavoratore straniero privo di permesso di soggiorno.
Gli indagati e le società sono rappresentate dagli avvocati Gianfranco Pilato, Antonio Provenzani, Rosario Pendolino e Roberta Fatima Pera. Adesso avranno venti giorni di tempo per presentare memorie, chiedere al pm di essere sentiti e depositare memorie difensive al fine di evitare la richiesta di rinvio a giudizio.