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Etna, nuova eruzione nella notte di Ferragosto: voli sospesi e disagi in città

Nuova eruzione del vulcano Etna e nuovi disagi a Catania. L’INGV Osservatorio Etneo, comunica che l’attività stromboliana dal cratere Voragine è gradualmente evoluta in fontana di lava. Il fenomeno si è gradualmente esaurito, per cessare intorno alle ore 01:20 UTC. “La fontana di lava ha prodotto una nube eruttiva che, nella fase più intensa, ha raggiunto un’altezza di circa 9.5 km s.l.m. e si è dispersa principalmente nei settori SSO e ESE. Una leggera ricaduta di cenere è stata riportata anche a Catania. Durante la fontana di lava, sono stati inoltre prodotti trabocchi lavici dall’orlo occidentale del Cratere Bocca Nuova. Attualmente, persiste una debole attività esplosiva al cratere Voragine”, si legge nell’ultimo comunicato dell’Ingv sull’Etna della mattinata del 15 agosto.

Sospesi i voli: “A causa dell’attività eruttiva dell’Etna e contestuale emissione di cenere vulcanica in atmosfera, la pista è inagibile a causa di una copiosa ricaduta di cenere vulcanica sul campo e, pertanto, sono sospesi sia gli arrivi che le partenze”. Questo il messaggio emanato dall’aeroporto di Catania per informare sulla situazione attuale. “Le operazioni di volo riprenderanno al ripristino delle condizioni d’agibilità delle infrastrutture di volo. Al momento si stima che le attività di volo potranno riprendere alle ore 18:00. I passeggeri sono quindi pregati di non recarsi in aeroporto se non dopo aver verificato con la compagnia aerea lo stato del proprio volo”, si legge ancora nella nota.

La nota del sindaco Trantino: “Ho terminato adesso un giro iniziato all’alba. La cenere ha ricoperto gran parte della città, dopo che erano state quasi completate le operazioni di rimozione della terra caduta il mese scorso. Il lato positivo è che ho visto tantissimi mezzi già impegnati nella pulizia; e che il quantitativo piovuto dovrebbe essere meno copioso dello scorso evento. Vi chiediamo di non deporre la terra raccolta nei balconi in strada, ma di conferirla nei centri comunali di raccolta. Sappiamo dobbiamo convivere con questi fenomeni, che consentono a mamma Etna di sfogarsi, impedendo più pericolose emissioni di magma. Se imprecare servisse, avrebbe senso farlo. Io preferisco pensare ai nostri connazionali romagnoli che, in occasione dell’ultima alluvione, cantando “Romagna mia”, si sono uniti e sbracciati per ripulire dal fango il loro territorio. E magari sperare che tanti concittadini (approfittando delle ferie), si mostrino solidali e aiutino chi non può recarsi in discarica, a disfarsi della terra”.

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Redazione