Donna uccide la figlia di 7 mesi lanciandola dal balcone: tutti i particolari

Redazione

| Pubblicato il mercoledì 30 Aprile 2025

Donna uccide la figlia di 7 mesi lanciandola dal balcone: tutti i particolari

di Redazione
Pubblicato il Apr 30, 2025

 Ha preso la figlia di sette mesi, è salita rapidamente in terrazza, al terzo piano del palazzo di proprietà e l’ha lanciata in strada, provocandole ferite mortali. E’ il drammatico gesto messo in atto nel centro storico di Misterbianco, paese dell’aera metropolitana di Catania, da una 40enne Annamaria Geraci, mentre a casa c’erano anche il suo compagno, il figlio di sette anni, la suocera e una cognata, che non sono riusciti a fermarla. Sono stati sempre accanto a lei perché aveva una crisi post partum ed era stata sottoposta anche un trattamento sanitario obbligatorio.

Lei, raccontano amici e familiari, mentre mostrava amore per il primo figlio di sette anni, “rifiutava la piccola” che era cresciuta dalla nonna e dalla zia paterne, oltre che dal padre. Le stavano sempre accanto, ma oggi, in un attimo di distrazione, mentre il suo compagno, suo coetaneo, stava riposando dopo avere lavorato di notte come operatore ecologico, ha preso la piccola è salita dalle scale nella terrazza della loro abitazione e ha lanciato la bambina in strada. Poi sarebbe stata a guardarla in bilico sulla ringhiera. Il padre della piccola, svegliato dalle urla è sceso in strada, straziato dal dolore. Poi sarebbe tornato a casa dove avrebbe tentato di compiere dei gesti autolesionistici. Ha avuto un forte malore ed è stato portato con un’ambulanza nel Pronto soccorso di un ospedale di Catania. Lo stesso nosocomio dove un’altra ambulanza, in un disperato tentativo di salvarle la vita, aveva portato la piccola, che però era già morta. Sul posto della tragedia sono arrivati subito i carabinieri della Tenenza di Misterbianco e della compagnia Fontanarossa che hanno preso in custodia la donna, portandola in caserma, dove sarà arrestata per omicidio volontario aggravato.

 Le indagini dei militari dell’Arma sono coordinate dal sostituto procuratore Augusto Rio e dall’aggiunto Sebastiano Ardita che dirige l’area che si occupa delle fasce deboli. La quarantenne, figlia di un medico che non vive in Sicilia e orfana di madre, era in amministrazione di sostegno con un provvedimento emesso dal Tribunale del capoluogo etneo, era seguita dal dipartimento di salute mentale dell’Asp di Catania e dai servizi sociali del Comune di Misterbianco. Aveva un amministratore di sostegno nominato dal Tribunale di Catania. Pare non avesse alcun obbligo di rimanere in casa con qualcuno insieme alla piccola, ma la madre e la sorella del compagno vivevano con la coppia: si erano trasferite da loro per assistere la nuora e crescere i nipotini. Nessuno dei parenti oggi dice ci siano stati “dei segnali premonitori”. “A volte era nervosa – dice una familiare – ma non c’era stato nessun allarme che potesse accadere qualcosa del genere. Sua suocera e sua cognata si erano trasferite da lei per starle vicino e assistere i bambini, non la lasciavano mai da sola. Aveva avuto una forte depressione dopo il parto, ma niente lasciava capire che potesse esserci una tragedia come questa”.

“Una tragedia micidiale siamo tutti sconvolti, senza parole. Era seguita dall’Asp, dal Tribunale. La famiglia le stava sempre accanto, come il compagno, un lavoratore, una persone perbene. Siamo sotto shock “, ha affermato il sindaco di Misterbianco, Marco Corsaro. L’assessora comunale ai Servizi sociali, Marina Virgillito, sconvolta per quando accaduto, ha detto: “abbiamo fatto tutto che burocraticamente era possibile fare, per il resto…”.

di Redazione
Pubblicato il Apr 30, 2025


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