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Daniela Accurso racconta “Una storia capovolta”

Come può vivere una ragazzina, poco più di una bambina, il ruolo di mamma a 16 anni? Non parliamo di adesso, ma di 45 anni fa…

È questo il racconto semi autobiografico dell’autrice, la giornalista Daniela Accurso, pubblicato nel suo primo libro dal titolo “Una storia capovolta” (edizione Albatros il Filo, pp. 148, euro 12,50).

Tra gag, dimenticanze, drammi, divorzi e un epilogo che è un colpo di scena, l’autrice riesce a ripercorrere la sua breve infanzia e a raccontarsi alle prese con un figlio, nonostante la sua carica e la voglia di vivere, da accudire con tanta responsabilità.

Una storia capovolta proprio perché da quasi bambina si trova a gestire il mondo degli adulti, a subire, reagire, ma anche soffrire. Uno spaccato di vita che si legge tutto d’un fiato, rifacendosi alla corrente del new journalism, il cui capostipite è Truman Capote.

La narrazione è quasi una sequela di foto scattate con la scrittura. Incisiva, senza preamboli o retorica, l’autrice va al cuore della trama, con efficacia e un tempismo coniugando l’estro artistico con la ritmica letteraria assai vivace.

“Sono sempre stata in controtendenza – ha commentato Daniela Accurso – e in un Paese dove tutti scrivono e pochi leggono, anche io ho deciso cimentarmi nelle storie per creare un filo diretto con chi vorrà seguirmi in questa avventura, che fa sorridere ma anche commuovere”.

Le vendite vanno bene on line. Il libro si può  trovare su Amazon o nei siti delle case editrici più  accreditate

Ma la sua grande soddisfazione è  ben altra:  “Sono stata ricevuta dal regista Pupi Avati, che conosco personalmente,  nella sua casa romana, cosa che avviene abitualmente nel corso dei miei giri nella capitale. E gli ho lasciato il mio libro”.

Il regista ha voluto che la Accurso gli scrivessi una dedica. Poi nulla.

Per tre mesi, fino a quando non le  arriva una sua mail. Una stringata recensione: “Cara Daniela, si resta presi al laccio della tua Una storia capovolta, un racconto dove emerge, con forza carismatica, la ricerca costante di una verità, la capacità di reinventarsi lasciandosi andare agli sviluppi del sogno chiamato vita. Sorridendo di fronte alle stranezze dell’esistenza. È un sogno che, auguro a te e alle persone che hanno la fortuna di conoscerti, avrà ancora tanti, tanti capitoli. Con tanti auguri per tutto. Un forte abbraccio

Grande meraviglia della giornalista che afferma: “La vita mi ha insegnato a tenere i piedi per terra, nonostante abbia vissuto esperienze inverosimili. Mi sono commossa, questo si. L’ho subito chiamato e gli ho chiesto se potevo rendere pubblico quanto scritto.”

Avati ha tentennato. Pare non autorizzi nessuno a fare  il suo nome. Per la Accurso ha fatto uno strappo alla regola. Quindi la commozione è  stata  doppia.

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Redazione