Le luci esterne del Palazzo degli Elefanti, sede del municipio di Catania, spente dalle 20 di stasera come segno di “attenzione e solidarieta’ agli esercizi commerciali contro il caro energia che sta mettendo a rischio la prosecuzione delle attivita’ per tanti operatori commerciali, soprattutto quelli del settore bar, ristoranti, pub, pizzerie”. Lo ha deciso il commissario straordinario del Comune di Catania Federico Portoghese, aderendo alla richiesta della Fipe Confcommercio di partecipare simbolicamente all’iniziativa ‘La Sicilia spegne le insegne’, lanciata per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni verso la grave crisi economica che sta colpendo il comparto delle attivita’ produttive.
“C’e’ l’ombra dell’usura sul dramma che ormai da tempo vivono le imprese, messe in ginocchio da bollette che, in alcuni casi, sono addirittura quintuplicate. Per alcuni si tratta dell’ultima spiaggia per non arrendersi alla tempesta che si sta abbattendo soprattutto sul settore della somministrazione”. A lanciare l’allarme e’ il presidente dei ristoratori catanesi di Fipe Confcommercio, Giovanni Trimboli, che mette in guardia e dice: “Stiamo risvegliando il mostro mafioso dormiente”. Stasera alle 20 l’iniziativa “La Sicilia spegne le insegne”, contro il caro bollette, organizzata da Fipe Confcommercio regionale, che vedra’ le luci delle attivita’ commerciali spegnersi simultaneamente in tutta l’Isola in segno di protesta.
Posizioni forti quelle dei commercianti siciliani che pongono l’accento sulla disperazione di chi, per pagare le utenze e non chiudere la propria attivita’, decide di rivolgersi agli usurai. “In un momento storico come questo – spiega Trimboli – la criminalita’ trova terreno fertile tra le imprese in difficolta’ a cui viene negato l’accesso al credito bancario”. L’appello e’ ancora una volta al governo nazionale perche’ “metta in campo tutti gli strumenti per affrontare questa emergenza”. Ribadendo che dal fenomeno mafioso dell’usura si puo’ uscire solo denunciando tutto alle forze dell’ordine, Trimboli rilancia l’iniziativa di stasera: “Siamo coscienti che e’ solo l’inizio di un duro braccio di ferro che ci vedra’ contrapposti a chi sta speculando senza fare niente. Ci e’ stato detto che era il prezzo di mercato che cresceva. Una spiegazione riduttiva dal momento che si potrebbe intervenire su accise e Iva. Sarebbe inoltre auspicabile – conclude – l’apertura di un tavolo di crisi nazionale per trovare anche soluzioni condivise con gli istituti di credito e non abbandonare al proprio destino chi non trova altra via d’uscita per non perdere i sacrifici di una vita”.