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Trent’anni fa la strage di Capaci, Palermo ricorda Falcone

Trent’anni fa la strage di Capaci e oggi Palermo e tutto il Paese ricordano le vittime degli eccidi di mafia del 1992, di quei 57 giorni che tra il 23 maggio e il 19 luglio sconvolsero l’Italia. Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e gli otto agenti delle scorte Antonio Montinaro, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Emanuela Loi, Claudio Traina, Eddie Walter Cosina, Vincenzo Li Muli e Agostino Catalano. Memoria e impegno.

Tante condanne, molti processi hanno cercato di far luce sulle verità dietro la morte di Falcone, ma rimangono nell’ombra ancora i livelli esterni a Cosa nostra. All’origine dell’attentato fu la grande azione di contrasto alla mafia portata avanti da Falcone, uomo simbolo del pool antimafia che aveva ottenuto la condanna definitiva dei vertici di Cosa nostra nel Maxiprocesso. Ma chi cancellò l’esistenza del magistrato lo fece anche per fermare la sua azione repressiva che sarebbe stata ancor più incisiva con l’assunzione dell’incarico di direttore dell’Ufficio Affari Penali al ministero della Giustizia. Il 26 settembre 1997 il processo agli esecutori dell’attentato si concluse con 24 ergastoli e pene inferiori per cinque collaboratori (Salvatore Cancemi, Mario Santo Di Matteo, Calogero Ganci, Gioacchino La Barbera, Giovan Battista Ferrante). In appello si sono aggiunti altri cinque ergastoli ma dopo due annullamenti la Cassazione ha definito i giudizi confermando la responsabilità di Totò Riina, Bernardo Provenzano, Francesco e Giuseppe Madonia, Pippo Calò, Pietro Aglieri e gli altri componenti della “cupola”. Uno dei processi celebrati a Caltanissetta ha messo a fuoco il ruolo di Matteo Messina Denaro che il 21 ottobre 2020 è stato condannato all’ergastolo. Decisivo, secondo i giudici, sarebbe stato il suo sostegno al piano criminale elaborato dagli uomini di Riina. Prima della sentenza su Messina Denaro il 21 luglio 2020 la corte d’assise d’appello di Caltanissetta aveva confermato la condanna all’ergastolo di altri quattro imputati – Salvatore “Salvino” Madonia, Giorgio Pizzo, Cosimo Lo Nigro e Lorenzo Tinnirello – e l’assoluzione di Vittorio Tutino. Dopo trent’anni la vicenda processuale non è ancora conclusa.

Le parole inedite di Giovanni Falcone

“Cosa nostra non sbaglia un omicidio perché ha sempre notizie di prima mano”. Suonano quasi come una profezia le parole di Giovanni Falcone in un audio inedito che Askanews diffonde oggi in esclusiva (anche in un podcast dal titolo “Falcone: le parole inascoltate”). “Non c’è un omicidio sbagliato, finora, in seno a Cosa nostra – affermava Falcone in un incontro con uomini della polizia giudiziaria a pochi mesi dall’attentato sventato all’Addaura -. Quando si uccise Dalla Chiesa tutti dissero ‘è stato commesso un errore storico’. Poi hanno ucciso Chinnici, anche questo ‘errore storico’, poi hanno ucciso Cassarà e hanno detto, ‘altro errore storico’. E continuiamo a fare errori storici. Non hanno sbagliato. Hanno sempre indovinato: momento opportuno, momento giusto, hanno colpito al momento giusto, il che dimostra, a parte la ferocia e la determinazione, una assoluta conoscenza di notizie di prima mano”.

A Palermo oggi 1000 studenti e 1400 lenzuoli da tutta Italia


Dalle 10 alle 11.30 sul palco speciale allestito al Foro Italico di Palermo partecipano alla giornata dedicata alle commemorazioni e alla “promozione sociale della memoria”, il Capo dello Stato Sergio Mattarella, la presidente della Fondazione Falcone Maria Falcone, esponenti delle istituzioni come i ministri dell’Istruzione Patrizio Bianchi, dell’Interno Luciana Lamorgese, della Giustizia Marta Cartabia, dell’Universita’ e della Ricerca Maria Cristina Messa, degli Esteri Luigi Di Maio e il capo della Polizia Lamberto Giannini, il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo, il procuratore di Roma Francesco Lo Voi.

Circa mille studentesse e studenti, da tutta Italia, saranno presenti oggi alle commemorazioni, insieme al ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, e alla presidente della Fondazione Falcone, Maria Falcone. 

La città ospiterà anche 1.400 lenzuoli realizzati da 1.070 istituti scolastici che hanno accolto l’appello del ministero e della Fondazione, lanciato attraverso il bando #LaMemoriaDiTutti. Rita Atria, Peppino Impastato, Don Pino Puglisi, Libero Grassi, Pio La Torre, Lia Pipitone, Piersanti Mattarella, Rocco Chinnici: studentesse e studenti nelle scorse settimane hanno approfondito la storia di alcune donne e uomini uccisi dalla violenza mafiosa e hanno decorato i lenzuoli bianchi – che i palermitani usarono nel 1992, all’indomani delle stragi, per dimostrare la loro ribellione – con illustrazioni e messaggi derivanti dalla loro riflessione. Ne sono arrivati a Palermo da tutta Italia, da Como a Favignana, da Rivoli a Lampedusa. Saranno affissi al Foro Italico Umberto I, luogo in cui si terra’ la celebrazione ufficiale, e ai balconi dei cittadini che hanno accettato di esporli durante il periodo del progetto. 

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Redazione